I sindacati plaudono alla scelta di abbandonare l'ipotesi di via XIV Settembre, ma chiedono ulteriori servizi in altre zone
Casa della Salute a Monteluce, certificato dalla relazione della governatrice umbra Donatella Tesei, convince i pensionati di Spi Cgil e Uilp Uil. Che però lamentano come molte zone di Perugia siano ancora scoperte dai servizi legati alla salute.
“Bene Monteluce e non via XIV Settembre”
“Finalmente si è arrivati alla soluzione sensata che come sindacati dei pensionati abbiamo sempre caldeggiato – scrivono in una nota di Spi Cgil e Uilp Uil territoriali di Perugia a proposito della scelta di Monteluce – cioè collocare la Casa della Salute nel luogo più consono, l’ex complesso ospedaliero di Monteluce, e non in via XIV Settembre come proposto dal Comune e dalla Regione, luogo assolutamente non idoneo da un punto di vista logistico”.
“Certo – aggiungono – ci sarebbe piaciuto che a questa soluzione si fosse arrivati attraverso un sano confronto con le forze sociali che si sono battute per questa soluzione, piuttosto che in risposta ad un’interrogazione, che appare piuttosto strumentale e forzata, presentata da un rappresentante della stessa maggioranza (e dello stesso partito della presidente) in Consiglio regionale”.
“Molte aree scoperte”
Per Spi Cgil e Uilp Uil, comunque, la soluzione individuata, per quanto sicuramente positiva, non è risolutiva rispetto alle necessità di salute del territorio di Perugia. “Le due Case di Comunità previste nel comune sono sicuramente insufficienti per la densità di popolazione del territorio – spiegano i sindacati – e sulla base dei numeri indicati dalla riforma sanitaria nazionale dovrebbero essere tre. In questo modo, di fatto – continuano Spi e Uilp – resterebbero escluse realtà popolose come San Sisto, Castel del Piano, Case Nuove di Ponte della Pietra, Pila, Mugnano, Fontignano, etc”.
Confronto sui servizi
Inoltre, se i tempi di realizzazione saranno quelli attualmente indicati, sarà necessario, secondo i sindacati, che la Usl Umbria 1, in tempi realisticamente idonei, convochi le forze sociali per “valutare la composizione dei servizi che nella struttura dovranno trovare collocazione, compreso il personale medico, tecnico ed infermieristico necessario per garantire la piena operatività delle Case di Comunità stesse”.