Mentre il mondo venatorio italiano ed umbro è turbato per le tre morti avvenute negli ultimi giorni (due in Umbria, ad Assisi e Spoleto, ed una nel Grossetano, in cui ha perso la vita un narnese) l’Università degli di Urbino mostra un trend di graduale grado di decessi e feriti durante l’attività venatorio negli ultimi cinque anni.
Dall’analisi dell’Università di Urbino emerge, infatti, che nel periodo che va dal 1° settembre 2021 al 31 gennaio 2022 gli incidenti sono stati complessivamente 62, un numero inferiore rispetto alla stagione precedente, in cui ne sono stati registrati 74. Si rileva, dunque, un netto decremento negli ultimi 5 anni: si è passati, infatti, da 18 decessi nel 2017 a 11 nel 2022, e da 63 feriti nel 2017 a 53 nel 2022.
Le associazioni venatorie riconosciute Federcaccia, Enalcaccia, Arcicaccia, ANLC, ANUUMigratoristi, Italcaccia, e il CNCN – Comitato Nazionale Caccia e Natura, riunite insieme nella Cabina di Regia del mondo venatorio, commentano positivamente i dati divulgati dall’Università degli Studi di Urbino.
“Tali risultati – chiariscono – riguardano esclusivamente casi relativi a pratiche venatorie corrette, ed escludono i casi in cui si verifichino pratiche scorrette legate al mondo della caccia (bracconaggio, atti di
violenza intenzionale) che la Cabina di Regia denuncia come atti illeciti, e altre cause
difficilmente prevedibili (malori, cadute ecc..)”.
“Questa diminuzione – spiegano le associazioni venatorie – è stata possibile grazie ad una importante opera di sensibilizzazione sui temi della sicurezza nella pratica della caccia responsabile che il mondo venatorio ha portato avanti negli ultimi anni con impegno e dedizione”.
Ma per i cacciatori l’obiettivo deve essere il “rischio zero”. “Nonostante i risultati siano incoraggianti, comunque – scrivono ancora le associazioni – il mondo venatorio rimane fermo nel sottolineare l’importanza di proseguire questo percorso per arrivare all’obiettivo più ambizioso di zero incidenti nei prossimi anni”.
Purtroppo, all’imprudenza e all’errore umano si aggiungono poi anche situazioni di illegalità nell’uso delle armi da caccia che aumentano i rischi, come sembrano confermare anche da alcuni recenti drammatici fatti di cronaca.