Guerra in Ucraina, temporaneamente chiuse le boutique Brunello Cucinelli in Russia. E’ stata la stessa casa di moda ad annunciarlo, spiegando che la scelta è determinata dalle grandi difficoltà nell’approvvigionamento della merce e nei pagamenti.
L’azienda ha comunque garantito la continuità salariale a tutti i dipendenti interessati, come del resto era avvenuto durante il lockdown per Covid.
In base al report pubblicato da Intesa Sanpaolo prima delle guerra in Ucraina rispetto ai possibili effetti delle sanzioni sulle imprese assistite, il mercato russo garantisce circa il 5% del totale delle vendite. Una delle aziende di moda italiane con la quota più alta legata all’export russo, quindi, ma non a livelli tali da destare preoccupazione, come indicava l’analisi di Intesa Sanpaolo.
Cucinelli ha in Russia tre boutique, l’ultima delle quali aperta a San Pietroburgo lo scorso anno. Il mercato russo, nel periodo dell’emergenza Covid, è cresciuto sensibilmente rispetto ad altri europei e occidentali. Molto più importante, per Brunello Cucinelli, resta comunque il mercato americano, che vale circa un terzo del totale delle vendite.
Il settore del lusso risulta chiaramente tra i più colpiti dalle sanzioni che l’Europa e i Paesi occidentali hanno comminato a Mosca dopo l’attacco in Ucraina.
L’annuncio della chiusura temporanea delle tre boutique Cucinelli ha fatto seguito a iniziative simili da parte di altri brand della moda, come Prada, Burberry, Chanel, Hermès.
Da quando l’Ucraina è stata invasa dalle truppe russe anche il titolo Brunello Cucinelli in Borsa è andato sull’ottovolante. Il 23 febbraio, prima dell’attacco, era quotato a 51.50 euro. Poi ha subito pesanti flessioni, parzialmente attenuate da tre importanti rimbalzi, il 24 febbraio, il 2 e il 9 marzo.
Questa sera (giovedì) è in programma una conference call sui risultati del 2021. In quell’occasione saranno anche affrontate le previsioni rispetto alla crisi ucraina.