L’Albero di Natale più grande del mondo è stato acceso anche quest’anno, più forte della pandemia e delle restrizioni anti Covid, che hanno impedito la tradizionale cerimonia in piazza con il pubblico.
Il gigantesco e luminoso simbolo del Natale umbro e globale – nel suo 40° anno di vita – è tornato a risplendere sul Monte Ingino grazie al sindaco di Gubbio Filippo Stirati e al vescovo mons. Luciano Paolucci Bedini, che hanno premuto i rispettivi pulsanti di accensione direttamente dalla terrazza del centro commerciale “I Tigli” (ovviamente interdetta ai cittadini).
Presente anche il presidente degli Alberaioli Giacomo Fumanti, a rappresentare tutti i 53 volontari (collegati via web) che ogni anno allestiscono la sagoma del grande abete. Accompagnata dai tamburi e dalle chiarine non è mancata neanche l’esibizione degli sbandieratori di Gubbio, la cui performance ha avuto luogo nel chiostro del San Pietro.
“L’Albero di Natale – ha detto Fumanti – mai come quest’anno assume un messaggio di speranza e fiducia: che possano queste luci ringraziare tutti coloro che stanno combattendo in prima linea contro il Covid-19”.
“Un abbraccio ideale a tutta la nostra comunità e ai cittadini nel mondo in un momento difficile per la loro salute, le loro fragilità o povertà – ha dichiarato Stirati – Fondamentale è il messaggio di solidarietà, inclusione, amicizia e vicinanza che l’albero rappresenta. Siamo tanto grati a questi straordinari volontari, per questo splendido dono alla città”. “Un momento che unisce e va oltre tanti confini – ha concluso il vescovo Paolucci Bedini – Stiamo attraversando una crisi non indifferente ma l’accensione dell’Albero ci vuole dire che solo rimanendo uniti e solidali potremo superarla”.
L’Albero di Gubbio
Dal 1981 viene allestito da un gruppo di volontari, con prestazione d’opera assolutamente gratuita, lungo il versante del monte Ingino ai piedi del quale è situata la città di Gubbio. È conosciuto come l’Albero di Natale più grande del mondo, segno universale di pace e fratellanza tra i popoli.
L’Albero, entrato nel Guinness dei Primati dal 1991, è costituito da corpi illuminanti di vario tipo e colore, che disegnano un effetto cromatico assolutamente particolare e unico: si distende, con una base di 450 metri, per oltre 750 metri sulle pendici del monte Ingino, partendo dalle mura della città medioevale e arrivando alla basilica del patrono sant’Ubaldo, posta in cima alla montagna; copre una superficie di circa 130 mila mq; oltre 300 punti luminosi di colore verde ne delineano la sagoma; il corpo centrale è disseminato di oltre 400 luci multicolore; alla sommità è installata una stella cometa della superficie di circa 1000 mq che da quest’anno è disegnata da 142 metri di strip led bianchi e da altrettanti di colore blu; sono necessari circa 7.500 metri di cavi elettrici di vario tipo per realizzare i collegamenti; ogni anno ci vogliono circa 1.300 ore di lavoro per montare tutti i punti luce, stendere i cavi e provvedere ai loro collegamenti, e altre circa 900 ore per provvedere alla rimozione, manutenzione e rimessa in magazzino di quanto installato in precedenza.