“Il voto di oggi era concordato con il Pd nazionale e per la Marini era solo un’uscita onorevole. Per i consiglieri non cambia nulla, si voterà a novembre, quindi solo fango di speculatori piddini ignobili“. Il vice presidente del Consiglio regionale ed esponente dem, Marco Vinicio Guasticchi, spiega così la scelta della maggioranza in Consiglio regionale di respingere le dimissioni di Catiuscia Marini, con il voto determinante della stessa presidente, vista l’assenza di Barberini e la decisione di Leonelli di non votare.
Un commento, quello di Guasticchi, in risposta alle tante prese di posizione su un suo post social in cui invitava a mettere da parte, almeno per il momento, le polemiche che stanno dilaniando il partito: “Cari amici del Pd, basta polemiche. Concentriamoci nell’ultima settimana di campagna elettorale smettendola di fomentare divisioni e future rese dei conti altrimenti resterà ben poco“.
Marini, la telefonata con l’impegno a dimettersi
Poi, sollecitato ad indicare con chi ce l’ha, Guasticchi mette da parte l’intento pacifista e chiarisce: “Portaborse e nullafacenti mimetizzati da giovani rigeneratori“. Il riferimento, è chiaramente ad alcuni esponenti che in questi giorni hanno preso posizione perché si staccasse subito la spina. Anche perché poi, rispondendo ad una critica, Guasticchi aggiunge: “Io ho un lavoro e non vivo di politica come tanti che ora stanno strepitando“.
Quanto al percorso scelto, Guasticchi ritiene che in questo modo siano stati rispettati i passaggi istituzionali, per non sfociare altrimenti nel “populismo“. E poi chiarisce: “Ma non capisco la polemica. Si andrà a votare a novembre in anticipo ovvero la prima finestra possibile. Cosa cambia se la Marini si dimette domani invece di oggi? Sul chiudere la legislatura prima siamo tutti d’accordo quindi nessun attaccamento alla poltrona, questo sia chiaro“. Ed aggiunge: “Poi se qualcuno vuole sgomitare per ‘rigenerarsi’ si tenga conto della loro storia politica“.
Nel Pd umbro, in quel che ne resta, volano gli stracci.