Dai dati comunicati dalle due Province, emerge che nel territorio dove ha competenza Perugia risultano 24 guardie ittiche volontarie, 412 guardie ittico-venatorie volontarie e 98 guardie venatorie volontarie; nel ternano ci sono 45 guardie ittiche volontarie, 22 guardie ittiche-venatorie volontarie e 45 guardie venatorie volontarie. A fornire i dati, durante il Question time in Consiglio regionale, è stata l’assessore Fernanda Cecchini, interrogata sulla spinosa questione dell’attività delle guardie volontarie venatorie dal consigliere della Lega Emanuele Fiorini.
Un tema, quello delle guardie volontarie venatorie, sul quale si è aperto in particolare un braccio di ferro tra il Wwf e la Libera Caccia, dopo che quest’ultima ha scoperto, segnalandolo tramite i propri legali alle autorità competenti, che alcuni volontari dell’attività ambientalista non avrebbero il decreto della Provincia che abilita ai controlli in materia venatoria, consentendo di elevare multe ed effettuare sequestri nei confronti dei cacciatori che eventualmente violino la legge.
Guardie venatorie, scontro tra Wwf e Libera caccia
Anche per questo, nella sua interrogazione il consigliere Fiorini ha chiesto all’assessore di chiarire quante sono le guardie venatorie volontarie operanti sul territorio regionale, la tipologia di decreto autorizzativo in loro possesso, quale Ente ha rilasciato tale provvedimento e se tali soggetti sono numericamente sufficienti per svolgere i compiti che la normativa assegna loro. Fiorini ha ricordato che “la competenza a emanare i decreti di nomina di guardie giurate volontarie in materia ittica e venatoria con funzioni di repressione è di competenza esclusiva provinciale, ma il coordinamento delle attività spetta al Servizio foreste, montagna, sistemi naturalistici, faunistica”.
L’esponente della Lega, al fine di garantire il corretto svolgimento dell’attività venatoria da parte dei cacciatori umbri su tutto il territorio regionale, ha invitato la Regione a verificare puntualmente i soggetti titolati ad eseguire eventuali controlli e a comminare eventuali sanzioni, evitando situazioni spiacevoli e comportamenti non appropriati durante le giornate di caccia.
Nella sua risposta l’assessore Cecchini ha spiegato che “la legge nazionale ‘157/’92’ prevede le guardie venatorie volontarie e definisce poteri e compiti degli addetti alla vigilanza venatoria. Il rilascio e il rinnovo dei decreti di guardia volontaria è rimasto alle Province e riguarda: guardie venatorie volontarie (solo caccia), guardie
ittiche volontarie (solo pesca), guardie ittico–venatorie volontarie (caccia e pesca). La Regione è titolare anche delle funzioni di coordinamento delle attività di vigilanza volontaria in ambito faunistico venatorio. La Regione ha rinnovato la convenzione con i Carabinieri forestali, che scadrà a fine anno per poi passare al Servizio foreste,
montagna, sistemi naturalistici, faunistica“.
Dunque, la Regione coordina l’attività delle guardie volontarie, che però possono essere abilitate soltanto dalle Province nelle quali operano. “Se nel territorio ci sono problematiche legate ad attività di controllo non ben meglio identificate – ha aggiunto l’assessore – bisogna verificare chi fa i controlli e i verbali: se il cacciatore si sente prevaricato o non tutelato può effettuare una segnalazione alle autorità”. La Libera Caccia, all’inizio della stagione venatoria, aveva invitato tutti i cacciatori, in caso di controllo, a chiedere alla guardia venatoria l’esibizione del decreto provinciale e, in caso di risposta affermativa, di richiedere l’intervento delle forze dell’ordine.
Il consigliere Fiorini si è detto “non soddisfatto“. Ha ricordato che lo scorso anno c’è stata molta confusione, ricordando che a Provincia è competente al rilascio delle
qualifiche di guarda venatoria e guardia ittica volontaria, ma il coordinamento spettava alla Regione, che ha demandato il compito ai carabinieri forestali, “che però non lo hanno svolto“. Fiorini ha poi informato che pochi giorni prima dell’apertura della caccia un dirigente della Regione ha scritto alle Province per incaricarle di seguire il coordinamento. Ed ha poi dato notizia del fatto che almeno due persone indicate dal Wwf hanno elevato e continuano ad elevare verbali “senza avere le autorizzazioni per effettuare i controlli“.
Guardie, i diversi punti di vista
Alla vigilia della seduta del Question time proprio il Wwf aveva lamentato il fatto che soltanto le guardie volontarie appartenenti alle associazioni ambientaliste effettuavano realmente controlli sui cacciatori. Argomentando, a favore della presunta legittimità dei verbali, il fatto che la Regione non li abbia mai fermati. I rappresentanti delle associazioni venatorie – alcuni dei quali presenti in aula – non ci stanno però a veder definite le proprie guardie volontarie “un esercito di terracotta“, così come la ha bollate il Wwf. Loretoni (Libera Caccia) auspica che il numero delle guardie volontarie in rappresentanza delle associazioni venatorie e degli agricoltori aumenti, vista la mole di lavoro che queste devono svolgere non soltanto nell’attività di repressione di eventuali comportamenti scorretti, ma anche in materia di danni all’agricoltura da parte dei cinghiali, delle zone di ripopolamento e cattura, dell’addestramento cani e della tutela ambientale in generale. Attività complesse, quelle che devono che sono chiamate a svolgere le guardie venatorie volontarie, che richiedono un’adeguata formazione.