Guardie venatorie, scontro tra Wwf e Libera Caccia - Tuttoggi.info

Guardie venatorie, scontro tra Wwf e Libera Caccia

Redazione

Guardie venatorie, scontro tra Wwf e Libera Caccia

Il "giallo" delle multe, tra carte carte bollate e politica | Oggi il Question time in Regione | Il braccio di ferro coinvolge anche la pesca
Dom, 23/09/2018 - 13:18

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In attesa che al Question tima di lunedì a Palazzo Cesaroni parli l’assessore Cecchini, all’interrogazione in materia di caccia con cui il consigliere Fiorini chiede numero e ruolo delle guardie venatorie volontarie che operano in Umbria risponde il Wwf di Perugia. Che rilancia la palla nel campo avversario: le guardie volontarie in rappresentanza dalle associazioni venatorie, degli agricoltori e ambientaliste sono circa 600 in Umbria, ma a fare i verbali sono soltanto una cinquantina. Quelle nominate dalle associazioni ambientaliste.”Perché tutto il resto del battaglione – attacca il Wwf – è appannaggio del mondo venatorio”. Un “esercito di terracotta“, lo definisce l’associazione ambientalista, che lamenta la scarsità dei controlli effettivi sull’attività venatoria nel territorio umbro.


Caccia, il caso delle guardie venatorie lunedì in Regione


Wwf, accuse par condicio

Con la complicità, evidentemente, della politica, attacca il Wwf. Che dopo essersela presa con l’assessore Cecchini sulla vicenda delle preaperture, adesso mette nel mirino Fiorini e la Lega, per un’interrogazione definita “copia-incolla” delle “lamentele pubbliche” espresse dalla Libera Caccia. Associazione venatoria, quest’ultima, che con alcuni esponenti del Wwf ha aperto da tempo un vero e proprio braccio di ferro. La Libera Caccia dell’Umbria, in particolare, attraverso i propri legali, ha verificato che molte guardie volontarie non hanno il decreto delle Province, il solo che consentirebbe di svolgere attività di controllo in materia venatoria, effettuando eventualmente sequestri ed elevando multe ai trasgressori della legge, attraverso l’invio dei verbali alla Regione.

Il “giallo” dei verbali ai cacciatori

Ed è proprio questo il passaggio che rischia di ingarbugliare la vicenda, aprendo altri scenari, forse anche con rilievi penali. Il Wwf ricorda le migliaia di multe elevate dalle proprie guardie nei confronti di cacciatori che trasgrediscono la legge. E se la Regione ha preteso quei soldi, è il ragionamento, evidentemente quei verbali sono legittimi, come legittimo è il ruolo svolto dalle guardie volontarie che li hanno firmati. Tant’è che il Wwf sfida la Libera Caccia: se ponete una questione di legittimità, fatelo in Tribunale e non in Consiglio regionale.

Cosa che in realtà la Libera Caccia ha fatto, in alcuni casi, presentando ricorso. Solo che, una volta accertato che alcune delle guardie indicate dagli ambientalisti non hanno titolo per effettuare il verbale – questa la risposta ricevuta dalla Provincia di Perugia – e segnalata la cosa alla Regione, non ci sarebbe più bisogno di impugnare la multa, nulla ab origine perché chi l’ha fatta non ne aveva titolo. Questo anche il senso delle diffide inoltrate alla Regione ed alle altre Istituzioni interessate per una vicenda che a quel punto potrebbe appunto avere per questo anche rilievi penali. La Libera Caccia, infatti, starebbe valutando, sempre con i propri legali, di presentare esposti in Procura, perché, nonostante le segnalazioni fatte, persone che non ne avrebbero titolo continuano a fare multe e sequestri.

La replica della Libera Caccia

La Libera Caccia non attacca però indistintamente, il Wwf.  “Una grande associazione – afferma il presidente regionale della Libera Caccia, Lando Loretoni – che svolge attività meritorie di tutela del territorio, come tanti altri soggetti. Purtroppo, al suo interno – prosegue Loretoni – ci sono però personaggi che agiscono evidentemente in modo poco sereno”.

Loretoni ricorda poi che “non è certo il Wwf a stabilire l’utilità o meno dell’attività di tutte le guardie venatorie. Vorrei però ricordare – aggiunge – che mentre alcuni accorrono solo al momento del ‘colpo di fucile’, le nostre guardie venatorie sono impegnate in attività fondamentali, nelle zone di ripopolamento e cattura, per l’addestramento cani, oltre che nell’attività di repressione per chi non rispetta le regole”. Insomma, altro che inutilità delle guardie volontarie nominate dalle associazioni venatorie.

Il braccio di ferro dalla caccia alla pesca

E vista la sfida lanciata dal Wwf, Loretoni va al contrattacco: “Piuttosto, sarebbe da verificare se e in che misura, eventualmente, associazioni ambientaliste percepiscono contributi da parte della Regione o di altri enti pubblici per attività della cui legittimità dubitiamo. A questo proposito – annuncia il presidente regionale della Libera Caccia – intendiamo verificare se le associazioni che hanno preso contributi in materia ittica hanno il titolo per svolgere le attività finanziate con soldi pubblici”.

Insomma, lo scontro, a suon di carte bollate, potrebbe sconfinare dalla caccia alla pesca.

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