A guardare la classifica della sfida di domenica al Sinigaglia di Como, dove il Perugia, penultimo, andrà a far visita alla formazione fanalino di coda, vengono in mente ben altri pensieri e soprattutto emergono comprensibili paure. Ma il tecnico dei biancorossi, Silvio Baldini, non rinuncia a parlare del “sogno di portare il Perugia in Serie A”. Per lui è quella la chiava motivazionale per riuscire a tirar fuori tutto il potenziale dai giocatori che ha a disposizione.
Un elemento che per l’allenatore del Perugia “è più importante della tecnica della tattica”. Per questo insiste molto su questo concetto nella conferenza stampa prima della delicata trasferta di Como. “Se guardi la classifica con gli occhi – insiste – non puoi vedere la Serie A. Ma col cuore è normale, perché vuol dire che hai un sogno”. Un sogno che la squadra deve vivere e non solo “ascoltare”. Anche perché, terminati gli allenamenti, i giocatori ascoltano poi altre voci, lamenta il tecnico.
Anche per questo è importante la spinta dei tifosi, quelli che più possono sognare. “Non perché sono un lecchino” chiarisce il tecnico, che come al solito parla senza peli sulla lingua. Che però replica ai mugugni: “Non sono lo stupido del villaggio, io il destino me lo vado a conquistare”.
Intanto, a Como ci sono da conquistare punti pesanti. Che servano per coltivare il sogno della rincorsa promozione o, in questo momento, per superare una diretta concorrente per la retrocessione. Il Como è società ancora più delusa del Perugia, vista la disponibilità economica e quanto speso quest’estate, a fronte di risultati disastrosi.
Baldini in settimana ha provato un diverso modulo di gioco, quel 4-2-3-1 da cui si attende una squadra “più equilibrata”. Scelte che non cambieranno a seguito dell’infortunio di Sgarbi, i cui accertamenti eseguiti nel Centro diagnostico di Corciano della Casa di cura Liotti hanno evidenziato “una lesione di basso grado – come recita la nota dell’AC Perugia – del muscolo semimembranoso della coscia destra”.