Cronaca

Grandi eventi e sicurezza a Perugia, Bori “No alla paranoia”

Una riflessione a ridosso dell’inizio di Umbria Jazz e a qualche giorno dal termine de l’Umbria che spacca. A farla è il consigliere dem Tommaso Bori che ha messo a confronto due eventi che si sono svolti nello scorso weekend. “Nella nostra città si è tenuta la quinta edizione del festival “L’Umbria che spacca” organizzato e promosso da uno staff di ragazzi in gamba che negli scorsi anni, in totale sicurezza, hanno portato buona musica nelle nostre piazze animando il centro storico. Contemporaneamente a poche centinaia di chilometri si teneva a Modena uno dei più grandi concerti in Europa degli ultimi decenni, a cui hanno partecipato oltre 220 mila persone, per ascoltare la voce e le note di Vasco Rossi dal vivo nel parco Enzo Ferrari”.


Umbria che spacca tra file e qualche disagio: in 2.800 sotto il palco


Li metto in relazione – continua Bori – proprio in questi giorni, alla vigilia di Umbria Jazz, per un motivo semplice: la gestione totalmente differente del piano sicurezza. Nel primo caso sono stati installati dei varchi per isolare la piazza di San Francesco al Prato e contingentate i partecipanti per un massimo di 900, con tanto di conta-persone e transenne per limitare gli accessi da tutte le vie limitrofe. Nel secondo caso si sono accolte centinaia di migliaia di persone (tanto da superare l’intera popolazione della città di Perugia) con presidii di sicurezza e controlli serrati che, però, non sono andati ad inficiare la partecipazione del pubblico”.


Sicurezza Umbria Jazz, controlli sui dehors di bar e ristoranti


Piano sicurezza che, secondo Bori, ha svuotato la piazza del concerto, causando una grande calca “forse anche più pericolosa, a ridosso degli accessi: centinaia di persone lottavano per la possibilità di entrare appena il luogo del concerto veniva abbandonato da uno dei 900 partecipanti. Alla fine non è stato risolto il problema, ma lo si è solo spostato di pochi metri a danno della musica, dell’evento, degli organizzatori e, di riflesso, della città“.


Piano sicurezza Umbria Jazz: varchi, controlli e steward


Condizioni restrittive che rischiano di mettere in crisi lo svolgimento della 44esima edizione di Umbria Jazz: “un boomerang comunicativo e organizzativo che può colpire non solo la storica manifestazione musicale, ma anche i tanti appassionati che vengono a Perugia da tutti i paesi del mondo per assistere ai concerti e non capirebbero una situazione simile a quella dello scorso weekend“. E infine Bori conclude: “c’è un grande assente nella vicenda, che dovrebbe invece tutelare la nostra città e le manifestazioni che vi si svolgono: non abbiamo udito, oggi come in troppe altre occasioni, la voce del sindaco Romizi”.

Ma sulla questione piano sicurezza si è espresso anche il consigliere comunale Gal Carmine Camicia. Dopo l’approvazione alla Camera, con 333 voti a favore, 2 contrari (Lega) e 77 astenuti (Movimento 5 stelle), della legge per il sostegno e la valorizzazione di Umbria Jazz con un contributo fisso di un milione di euro all’anno, interviene il consigliere comunale del gruppo Gal (Grandi autonomie e libertà), Carmine Camicia. “Bene il sostegno economico – sottolinea Camicia -, ma è necessario un serio rilancio della manifestazione che del suo carattere internazionale attualmente ha ben poco”. “A due giorni dal suo debutto, infatti, Umbria Jazz non ha ancora fatto il pieno e moltissimi biglietti (come da immagini) sono ancora disponibili. Dato che si tratta di un festival internazionale, gli organizzatori, ma anche e soprattutto la politica, dovrebbero preoccuparsi”. Secondo Camicia, il Comune di Perugia, attraverso il suo assessorato e il cda della fondazione, dovrebbe pensare di decentrare la manifestazione, come suggerito dal sottoscritto da anni, in un’area più adatta, come quella di Pian di Massiano, dove gli spazi non mancano e i concerti potrebbero tenersi sia allo stadio Curi che al Palaevangelisti. “Umbria Jazz deve essere rilanciata e Perugia deve riprendersi il titolo di città del jazz – conclude la nota -, ma per poter realizzare questi obiettivi non servono soldi a pioggia, ma un progetto nuovo che consolidi un grande evento che oggi ha bisogno, come tutte le grandi iniziative, di essere rivisto e riorganizzato, partendo dalla direzione artistica che nel 2018 concluderà il suo mandato”.