In questo periodo molte persone si stanno chiedendo se, alla luce della nuova riforma del lavoro che si è perfezionata proprio nel mese scorso, oggi esiste la possibilità concreta di essere “spiati” sul posto di lavoro.
Si deve innanzitutto tener conto del fatto che il lavoro si è ormai tecnologizzato e che le attrezzature che normalmente usiamo permettono di localizzare, controllare i movimenti, i comportamenti e i contatti.
Questo accade anche ai lavoratori.
Le regole precedenti risultavano pertanto “antiquate” rispetto al mondo di oggi e alle possibilità e responsabilità derivanti dalla tecnologia che ha investito tutti gli aspetti della vita e quindi anche del lavoro.
Le nuove regole sembrano essere effettivamente indirizzate verso una maggiore capacità di controllo da parte del datore di lavoro sugli strumenti aziendali messi a disposizione del lavoratore, ma ciò non significa libertà di spiare.
Innanzitutto occorre fare una distinzione per ciò che riguarda gli impianti audiovisivi e le altre attrezzature: i primi devono essere sempre autorizzati, secondo apposite procedure ed in ogni caso non possono essere utilizzati per valutare la prestazione di lavoro o per spiare i comportamenti di chi lavora.
Lo scopo di questi impianti, al di là delle esigenze organizzative e produttive o di sicurezza del lavoro, è difensivo.
Una delle novità principali è infatti la possibilità di utilizzare gli apparecchi a tutela del patrimonio aziendale, quindi per intenderci in caso di sospetti furti o altri danni anche da parte del lavoratore.
Per quanto riguarda gli altri strumenti aziendali, quindi non quelli privati o ad uso promiscuo, che permettono un controllo a distanza, quindi pc, smartphone e altri, non è più prevista la richiesta di autorizzazione, pertanto informazioni raccolte potrebbero essere utilizzate a tutti i fini connessi al rapporto di lavoro.
La condizione però per cui possa avvenire un controllo è che sia data al lavoratore adeguata informazione delle modalità d’uso degli strumenti aziendali e sulle modalità di controllo e che si agisca nel rispetto delle disposizioni in materia di privacy.
Fatte le dovute considerazioni, ad oggi quindi gli strumenti elettronici aziendali possono essere utilizzati per acquisire informazioni sull’attività lavorativa e queste informazioni possono essere utilizzate anche fini disciplinari, la sensazione di essere sempre osservati potrebbe esserci, ma in fondo oggi è forse questa la condizione a cui ormai dobbiamo abituarci al lavoro e fuori perché tutte le innovazioni hanno luci ed ombre.
Claudia Gaudenzi, Praticante Consulente del Lavoro