C’è il dolore istituzionale per la morte di un giovane – dalla sindaca Ferdinandi a nome dell’amministrazione di Perugia, insieme a quella del Consiglio, e della governatrice umbra Proietti, insieme all’assessore Barcaioli, a nome di tutto l’Esecutivo nazionale – ma anche un nuovo dibattito su un tema, quello della sicurezza nel capoluogo umbro, sempre caldo. L’omicidio del 23enne Hekuran Cumani, avvenuto nel culmine di una rissa nel parcheggio dell’Università, ha riaperto paure, ferite e polemiche nell’ambiente universitario. E nella città di Perugia tutta, che per qualche ora ha temuto di rivivere l’incubo seguito alla morte di Meredith Kercher.
Questa volta, poco ore dopo la morte del giovane si è capito che le indagini escludevano legami con l’ambiente universitario. Ed anche lotte per il controllo delle piazze dello spaccio di droga.
Il 23enne residente a Fabriano, italiano di seconda generazione con origini albanesi, sembra sia stato ucciso con una coltellata per una rissa con un altro gruppo di giovani di seconda generazione, per futili motivi, dopo una festa nel locale frequentato dagli studenti universitari.
Resta però il tema della sicurezza e delle azioni per aumentare la tutela di residenti, studenti e di quanti arrivano nel capoluogo regionale.
“In un momento come questo servono rispetto, fiducia nelle istituzioni e sobrietà. Riponiamo piena fiducia nel lavoro delle forze dell’ordine e dell’autorità giudiziaria” le parole della sindaca Ferdinandi, dopo aver espresso il cordoglio ai familiari della vittima.
“Di fronte a simili tragedie, sentiamo il dovere di interrogarci tutti, come individui e come comunità, su cosa possiamo e dobbiamo fare. Le istituzioni, in primis, sono chiamate a un esame di coscienza e a un’azione concreta per prevenire che altri giovani perdano il senso del futuro e la speranza. Dobbiamo programmare azioni che possano dare un senso del futuro ai giovani” afferma la governatrice Proietti. Che ricorda come proprio in questa direzione la Regione Umbria abbia deciso di dare concretezza e immediata operatività al Tavolo di coordinamento delle politiche giovanili, organismo fondamentale per promuovere collaborazione e confronto tra istituzioni e amministrazioni locali. “Dare ‘gambe’ a questo Tavolo significa tradurre il nostro dolore in impegno concreto”, aggiunge l’assessore Barcaioli. “Il Tavolo vuole essere uno spazio di ascolto e di progettazione condivisa per costruire strumenti efficaci e rispondere alle esigenze dei giovani. L’Umbria non può e non vuole lasciare soli i suoi giovani”.
Ma dall’opposizione di centrodestra si chiedono segnali più concreti per garantire la sicurezza. Il primo ad intervenire sulla vicenda è stato l’europarlamentare di Fratelli d’Italia, Marco Squarta: “Quando una città si sveglia con una tragedia come questa, tutto cambia. È come se per un momento il tempo si fermasse, e la quotidianità venisse travolta da una domanda che non trova risposta: come può accadere una cosa del genere? Non dovrebbe mai succedere, non in un Paese civile che vuole ancora riconoscersi nei valori del rispetto e della vita. Perché ogni giovane che muore così è una sconfitta per tutti”.
I giovani di Forza Italia ribadiscono la necessità “di ripristinare un clima di sicurezza reale ed efficace, soprattutto per i tanti ragazzi e studenti che vivono e frequentano il centro storico e l’ambiente universitario di Perugia. Non si tratta di allarmismo, ma di prendere atto di una situazione a livello di sicurezza che è nella nostra città è oggettivamente peggiorata e lo diciamo da tempo, facendoci portavoci delle istanze di giovani e giovanissimi”. Proprio per questo, ricordano, martedì mattina sarà discussa, presso la IV Commissione di Palazzo dei Priori, la mozione di FI “con proposte concrete per garantire maggiore sicurezza dei ragazzi e contrastare fenomeni sempre più diffusi, come quello delle baby gang e del bullismo”. La mozione richiede “un potenziamento dei presidi di sicurezza nelle aree della movida e sui trasporti pubblici scolastici, con particolare attenzione al coordinamento tra Polizia Locale e Forze dell’ordine”.
Si dice “scosso” Andrea Romizi, già sindaco di Perugia, attuale segretario umbro e consigliere regionale di Forza Italia. “Abbiamo il dovere di interrogarci come comunità – le sue parole – per provare a capire da dove nascano queste derive e cercare insieme delle soluzioni per arginare questi fenomeni, ristabilendo una cultura del rispetto, dell’empatia, del confronto sano, della solidarietà”.
Dure accuse arrivano invece dalla Lega, che con l’on. Riccardo Augusto Marchetti e il commissario perugino Lorenzo Mattioni chiede di “intervenire con decisione” di fronte a questa che giudica una “escalation di violenza senza precedenti”.
“E’ giunto il momento di ammettere – dicono i due esponenti della Lega – che a Perugia è in atto un’escalation di violenza che non trova confronto nel recente passato e che non è accettabile. Di fronte a quanto sta accadendo, è necessario che chi governa la città adotti le massime precauzioni, impieghi quante più risorse sul campo e manifesti la massima fermezza, con azioni e e parole coerenti con la gravità di una situazione che sta costringendo i perugini a vivere nel terrore”.
(notizia in aggiornamento)