“La dipendenza da gioco d’azzardo è una vera e propria piaga della comunità in crescente diffusione e che coinvolge trasversalmente tutte le fasce sociali, compresa quella degli anziani ”: lo ha affermato la vicepresidente della Regione Umbria con delega al Welfare, Carla Casciari, intervenendo stamani ad Orvieto alla Conferenza regionale ANCeSCaO dal titolo “Ludopatie”, alla quale hanno preso parte rappresentanti delle istituzioni, del privato sociale, dei servizi territoriali e del mondo del volontariato. All’incontro sono intervenuti i rappresentanti delle istituzioni, del mondo del volontariato, dei servizi territoriali e del privato sociale. “Oggi – ha detto il presidente regionale di ANCeSCaO, Claudio Barbanera- vogliamo approfondire una problematica che diventa sempre più grave anche per gli over 65. Infatti – ha detto – sono sempre di più gli anziani e quindi i pensionati, vittime di questa dipendenza che, in alcuni casi, si rivolgono anche agli usurai”.
“La legge regionale per la prevenzione, il contrasto e la riduzione del rischio della dipendenza da gioco d’azzardo patologico – ha detto la vicepresidente – è stata fortemente voluta dalla Regione Umbria, impegnata nel contrastare il fenomeno ormai dilagante anche nella nostra regione, visto che secondo il parere degli esperti va di pari passo alla crisi economica. Infatti – ha precisato – è ormai certo che, con l’aumentare delle difficoltà economiche, per larghi strati della popolazione, aumenta regolarmente anche la quota di denaro che ogni anno viene affidata al gioco, con importanti ripercussioni finanziarie e sociali sugli stessi interessati e sulle loro famiglie”.
Dati alla mano, la vicepresidente ha ricordato che nel 2011 il fatturato proveniente dal gioco d’azzardo è stato di 79,9 miliardi di euro, pari al 5 per cento del PIL nazionale. A rischio di dipendenza da gioco sono 2 milioni di italiani, mentre 800 mila sono già seguiti dai servizi. Secondo il dipartimento politiche antidroghe, a giocare sono sia uomini che donne, e mentre quest’ultime preferirebbero il Gratta e Vinci, gli uomini come prima scelta optano per Superenalotto e Lotto.
“Nel vortice del gioco d’azzardo sono catturati anche gli anziani – ha aggiunto – A rivelarlo sono spesso gli esercenti delle attività che notano l’assiduità con la quale alcune persone di età avanzata si presentano ‘per fare la giocata giornaliera’, mentre è difficile riscontrare un dato oggettivo della percentuale di anziani coinvolti, visto che difficilmente, questi soggetti o le loro famiglie, si rivolgono ai servizi”. “A tal fine – ha spiegato – la nuova legge regionale prevede, all’articolo 8, il sostegno alle associazioni, alle cooperative, alle organizzazioni di volontariato e alle associazioni di promozione sociale che operano sul territorio, per il finanziamento di progetti integrati con i servizi socio sanitari territoriali o di iniziative promosse dalla Regione relative alle problematiche correlate al gioco”.
Tra le novità della normativa è prevista l’attivazione di un numero verde regionale per l’assistenza di primo livello, l’adozione di un marchio regionale “No Slot” rilasciato dai Comuni agli esercenti di pubblici esercizi, ai gestori di circoli privati e altri luoghi, ai quali inoltre, dal 1 gennaio 2016 al 31 dicembre 2018, sarà ridotta dello 0,92 per cento l’Irap, che invece sarà aumentata per quegli esercizi in cui risulti installato un gioco lecito.
Scendendo nel dettaglio del testo della legge composto da 14 articoli, la vicepresidente ha ricordato che il documento stabilisce nelle prima parte le finalità, nonché i soggetti che concorrono a realizzare tali propositi, quindi i Comuni, le Asl, i soggetti del Terzo settore, le associazioni di rappresentanza delle imprese e degli operatori di settore, le associazioni di tutela dei diritti dei consumatori e utenti, per poi disciplinare nel dettaglio vari aspetti. La legge attribuisce importanza al ruolo dei gruppi di auto-aiuto per le persone affette da GAP e per le famiglie, nonché alla prevenzione anche attraverso la diffusione di materiale informativo e la promozione di campagne rivolte ai cittadini con l’indicazione dei locali “No Slot” presenti sul territorio regionale. Tra le indicazioni da seguire anche l’introduzione di soluzioni tecniche per impedire l’accesso al gioco ai minori di 18 anni.
Relativamente alle azioni in capo alla Regione, la legge prevede la promozione di programmi e progetti di prevenzione, la formazione degli operatori, compresi quelli presenti nelle sale da gioco. Inoltre, non è ammessa l’apertura di sale giochi ubicate in un raggio di 500 metri dalle scuole, dai luoghi di aggregazione frequentati dai giovani, o dai luoghi di culto, dai centri socio-ricreativi e sportivi, così come è vietata la pubblicità relativa all’apertura o all’esercizio di sale giochi, mentre i gestori di sale giochi, ricevitorie e tabaccherie, dovranno esporre materiale informativo per evidenziare i rischi connessi al gioco eccessivo e mettere in evidenza l’indicazione dei servizi di assistenza disponibili in caso di necessità. La violazione degli obblighi imposti dalla legge è punita con una sanzione amministrativa da 5 mila a 15 mila euro. Il ricavato andrà ad implementare il fondo regionale costituito per finanziare la legge che, allo stato attuale, ammonta a 120 mila euro.
Concludendo, la vicepresidente ha ricordato che la Giunta regionale ha già avviato la sperimentazione di un centro di riferimento regionale per il trattamento del gioco d’azzardo patologico, nella sede dell’Asl2 di Foligno.