Gesenu, il Riesame dissequestra meno di due milioni dei 20 bloccati dal gip - Tuttoggi.info

Gesenu, il Riesame dissequestra meno di due milioni dei 20 bloccati dal gip

Redazione

Gesenu, il Riesame dissequestra meno di due milioni dei 20 bloccati dal gip

Le motivazioni depositate nei prossimi giorni. Restituito tutto il patrimonio a Sisani e Sassaroli
Ven, 13/01/2017 - 09:59

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Degli oltre venti milioni di euro che il gip aveva fatto sequestrare a Gesenu nell’ambito della maxi inchiesta sul presunto traffico illecito di rifiuti ipotizzato dalla Direzione distrettuale antimafia di Perugia, i giudici del tribunale del Riesame ieri hanno disposto il dissequestro di un milione e 700mila euro circa dai conti della società. Nessuna motivazione è stata aggiunta al dispositivo di poche righe. La decisione è stata comunque accolta con favore dall’avvocato Francesco Falcinelli che, insieme al collega Dario Buzzelli, rappresentava Gesenu. “Esprimo soddisfazione – ha detto il legale – per questa decisione dei giudici che hanno accolto la nostra istanza con un primo dissequestro”. Il perché di questo provvedimento verrà reso noto nei prossimi giorni quando i giudici depositeranno la motivazione. A vedere quel che hanno deciso però sembrerebbe che il Riesame abbia accolto la tesi dell’accusa lasciando intatto, per la maggior parte, il decreto di sequestro disposto in precedenza dal gip su richiesta del pm Valentina Manuali.

Le istanze accolte

Al tribunale delle Libertà avevano fatto ricorso anche le difese degli altri indagati: per loro, i giudici hanno preso decisioni diverse. Per quanto riguarda il dirigente di Tsa, Luciano Sisani, a cui erano stati sequestrati 270 mila euro in virtù dell’accusa di fatture inesistenti, è stato disposto il dissequestro dell’intera somma, visto che l’accusa era già stata annullata anche per l’ex direttore generale di Gesenu, Giuseppe Sassaroli, in un precedente ricorso. L’avvocato Gabriele Corbucci che lo difende ha espresso “soddisfazione”. Stesso provvedimento di dissequestro è stato adottato nei confronti della ditta Fratelli Baldini, rappresentata dall’avvocato Alessandro Ciglioni.

E quelle rigettate

Sono state ritenute invece infondate le istanze presentate per Giuseppe Sassaroli e Luca Rotondi dal professor David Brunelli per il primo e dall’avvocato Nicola Di Mario per il secondo. In particolare, per quanto riguarda Sassaroli, la mattina del riesame il pm Valentina Manuali ha depositato il provvedimento con cui dissequestrava quanto ancora ‘bloccato’ per l’ingegnere. Per quanto riguarda invece Rotondi, la stessa decisione del pm era già stata notificata in precedenza. L’avvocato Di Mario ha commentato l’ordinanza del Riesame in questo modo: “Rispetto ogni decisione giudiziaria, ma capita, a volte, di non condividerne i contenuti. Nella vicenda discussa davanti al tribunale del Riesame, prima ancora di sollecitare la restituzione delle cose sottoposte a sequestro, lamentavo la mancanza di indizi in relazione al reato e alle aggravanti contestate che costituivano il necessario presupposto logico per l’adozione della misura cautelare. Ecco perché, pur a fronte dell’intervenuta restituzione del compendio vincolato, la persona sottoposta a indagini conservava pieno interesse alla decisione sulla configurabilità o meno dell’illecito e dell’aggravante speciale. Nell’ipotesi di loro esclusione infatti, la misura del sequestro avrebbe perso il presupposto legale di adozione”. Il professor David Brunelli, che difende Sassaroli insieme all’avvocato Chiara Peparello, nell’esprimere soddisfazione per il suo cliente, ha annunciato che proporrà nuovamente istanza per chiedere la revoca degli arresti domiciliari per Giuseppe Sassaroli, ritenuto dall’accusa il deus ex machina dell’associazione per delinquere che avrebbe gestito illecitamente i rifiuti.

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