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Gesenu, qualcosa si muove / Dirigenti e stipendi ridotti, nuove strategie

Redazione

Gesenu, qualcosa si muove / Dirigenti e stipendi ridotti, nuove strategie

La nuova gestione esprime segnali di ripresa della redditività, senza aver effettuato alcun esubero
Ven, 30/01/2015 - 21:16

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Questa mattina si è riunita, a Palazzo dei Priori, la II Commissione Bilancio presieduta da Francesco Vignaroli. All’esame l’odg presentato dalla consigliera M5s Rosetti “Gesenu SPA – Percorso di ristrutturazione aziendale.” Sono stati invitati il Presidente della Gesenu, Luca Marconi e il Direttore Finanziario, Michele Bersiani. Si entra subito nel vivo con l’analisi dei punti al vaglio della Commissione, benché – come riconosciuto dalla stessa Rosetti – l’odg è di novembre, quindi precede temporalmente l’adozione del nuovo Piano industriale da parte dell’Azienda. Al primo posto la situazione debitoria di Gesenu, che avendo stipulato convenzioni fuori della Regione Umbria, ha contratto crediti non riscossi per un ammontare complessivo di oltre 70 milioni di euro, tra Sicilia, Napoli ed Egitto creando quella crisi di liquidità che aveva indotto il precedente Presidente, Dott. Ventanni, a chiedere ai soci un prestito ponte di almeno 5 milioni di euro in attesa dello sblocco dei crediti immobilizzati. Oltre ciò, fittissimo e meticoloso è l’elenco delle criticità sotto la lente della consigliera Rosetti, anche se, alcune, hanno già trovato risposta durante questi primi mesi di esercizio, come spiegato dal Presidente Marconi durante la sua lunga e dettagliata audizione.

Parola alla Gesenu – “Come tecnico nominato dal Comune – esordisce il presidente di Gesenu Luca Marconi – ho la responsabilità di un’azienda che serve 900mila abitanti. Anche se questa non è una massa critica sufficiente per sostenere un’azienda, le strategie del presente non corrispondono a quelle del passato, rispetto a situazioni come l’Egitto stiamo adottando una exit strategy e ci focalizzeranno su territori a noi più vicini. Abbiamo, ad esempio, un grosso appalto in Sardegna, territorio dove c’è attenzione al rifiuto e sono buoni pagatori. Parziali dismissioni ci hanno consentito di arrivare a circa 5 milioni di euro che si avvicina alla cifra richiamata da Ventanni. In Sicilia non esiste una contestazione sul nostro servizio, che è stato correttamente erogato e Gesenu ha pagato sempre e tutto ai suoi dipendenti, benché non venissero onorati i crediti. Il debito che si è creato, 46 milioni, è comprensivo degli interessi di mora (il debito originario è di circa 37 milioni). Non siamo immobili, i nostri obiettivi sono: ristrutturazione societaria e individuazione di nuove strategie di business. Il piano industriale prevede una rotazione degli attuali 7 dirigenti, ridotti del 35% rispetto a prima, perché quell’assetto organizzativo e societario non corrispondeva più al marcato. I miei dati e quelli del mio consiglio di amministrazione sono online, il mio compenso è di 36mila euro lordi l’anno. Anche l’amministratore ha visto abbondantemente ridotto il suo compenso. E per i dipendenti non è previsto alcun esodo”.

Comune cliente – Marconi poi, entrando nel merito dell’attività, chiarisce che Gesenu è un partner del Comune, è pronto a dare supporto tecnico, ma non impone alcuna scelta. Il cliente è il Comune, e quindi si definirà il servizio a seconda della richiesta e, in piena trasparenza, al minor prezzo possibile. “La raccolta spinta e di qualità è un nostro obiettivo, siamo una SPA, passare dal multi-materiale alla differenziata di qualità è importante anche per noi. C’è da considerare inoltre la ristrutturazione degli impianti, sia di Ponte Rio che di Pietramelina. Per quest’ultima occorrono 12 milioni d’investimento (3 li finanzia la Regione) il resto li metterà Gesenu, c’è una conferenza di servizi in atto. L’impianto di selezione a Ponte Rio è un impianto energivoro, costa tantissimo, su questo siamo indietro, ma la sua ristrutturazione è nel piano industriale. infondo nemmeno a noi conviene portare i rifiuti a Borgogiglione, così come l’appoggio ad una discarica terza, con la chiusura di Pietramelina, è stata, economicamente, una scelta molto impegnativa”.

Il piano industriale – Il Direttore finanziario, Bersiani riassume i tre prioritari passaggi economico-finanziario alla base del piano industriale: 1) risorse finanziarie date, quindi nessun ulteriore apporto finanziario da parte dei soci, ma stabilizzazione e riequilibrio finanziario dell’azienda; 2) nessun esubero di personale; 3) sopravvivenza a lungo termine, cioè investimenti e sperimentazione.

Barelli soddisfatto e il centro storico – “Nel settore dei rifiuti l’eccellenza si esprime anche nel rispetto delle norme ambientali – sottolinea Barelli – Rimangono delle criticità, come la morosità di cui non possiamo farci carico, e sulle quali abbiamo aperto più tavoli con Gesenu, uno dei quali riguarda i costi dei singoli servizi per capire dove limare le tariffe. Nel 2014 siamo riusciti a non far aumentare la Tari compensando l’aumento previsto con una riduzione dei costi del servizio. Un altro tema molto presente nel dibattito politico, ma anche tra i residenti, riguarda la raccolta differenziata nel centro, per la quale è allo studio il progetto di 2 isole ecologiche, a Piazza Grimana a e Piazza Matteotti sulle orme di esperienze già realizzate in altre città, come Firenze e Bologna. Fondamentale è sempre l’aspetto partecipativo, che non è formale, ma sostanziale”. A proposito del centro, il consigliere Nucciarelli sottolinea che, se pure ci sono pochi abitanti, il loro numero è inversamente proporzionale all’attrattività del centro storico, sul quale occorre investire, sia attraverso interventi di sussidiarietà, che insistendo sull’educazione ambientale, nelle scuole e nelle università, utilizzando la doppia leva della più stretta collaborazione e del più stretto controllo”.

Il Presidente chiude i lavoro della commissione rimandando l’odg ad un’ulteriore seduta.

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