Perugia

Gesenu, M5S chiede revoca delle deleghe a Barelli | Maggioranza abbandona il Consiglio

Torna in Consiglio Comunale a Perugia il caso Gesenu, dopo l’ultima operazione della Guardia di Finanza e del Corpo Forestale “Spazzatura Connection”, che ha portato anche all’arresto del direttore Giuseppe Sassaroli. Un dibattito accesso quello innescato dalla mozione della consigliera Cristina Rosetti (M5S), poi commentata anche dalla giunta di Palazzo dei Priori, definitasi “sorpresa anche per i toni utilizzati“, dall’atteggiamento del gruppo comunale dei pentastellati. Una giornata conclusasi con la maggioranza che abbandona l’aula del Consiglio, facendo di fatto saltare il numero legale.

E se per Rosetti c’è stata una “assoluta mancanza di controlli nei confronti di Gesenu“, con la nuova Amministrazione che “avrebbe dovuto da subito pretendere la modifica della compagine aziendale, ma ha preferito non farlo”, la giunta replica affermando che “si cercano colpevoli nell’attuale amministrazione in una caccia alle streghe”. Ma Rosetti non si ferma e chiede l’immediata revoca delle deleghe affidate al vice sindaco Urbano Barelli, “a causa di una gestione fallimentare”.

A seguire Rosetti anche il consigliere del Pd, Diego Mencaroni: “come cittadini ci sentiamo in diritto di chiedere al vice sindaco di riferire per capire cosa sia successo e quali siano state le iniziative assunte da chi governa la città. Barelli ben conosce la vicenda perché era avvocato delle associazioni che da tempo avevano segnalato le criticità del sistema-Gesenu; ed oggi queste criticità sono confermate dalle indagini in corso con effetti devastanti per la città e la comunità”.

Il vice sindaco Barelli ha alla fine accolto l’invito di Rosetti a riferire sulla questione, illustrando le tappe della vicenda. “Quest’ultima – ha detto – merita grande attenzione ed è opportuno che se ne parli in Consiglio comunale. Come Amministrazione – ha sostenuto – eravamo consapevoli fin dall’inizio che Gesenu fosse un problema, perché la sua storia era nota da oltre 20 anni. Il problema centrale, nel tempo, è sempre stato quello di trovare un socio privato che fosse presente a Perugia ed adeguato; purtroppo negli anni ci siamo dovuti trovare al cospetto di soggetti imbarazzanti. Tutto ciò – precisa il vice sindaco – è stato ereditato dalle precedenti Amministrazioni, così come l’intera situazione, fatta di tariffe altissime a fronte di un servizio in larga parte discutibile. Quando si è insediata la giunta Romizi, dunque, il primo atto compiuto è stata la nomina di nuovi rappresentanti del Comune in Gesenu; questi hanno subito proposto una modifica dello statuto aziendale e la sostituzione del Direttore Sassaroli. Ciò al fine di determinare una discontinuità rispetto al passato. Nel frattempo, per la prima volta nella storia di Gesenu, l’azienda ha varato ad ottobre 2014 il primo piano industriale che prevedeva, tra gli altri, il rinnovamento degli impianti di Pietramelina e Ponte Rio, ormai obsoleti e non più adatti alle esigenze. Questa Amministrazione ha preteso queste iniziative, come mai nessuno aveva fatto prima. Nel contempo l’Amministrazione, anche in questo caso per la prima volta a Perugia, ha attivato l’indennità di disagio ambientale, con l’obiettivo di esentare in tutto o in parte dal pagamento della tariffa le famiglie residenti nelle vicinanze degli impianti”.

Il piano industriale, di valenza decennale, ha subito però uno stop a causa dell’emissione dell’interdittiva antimafia (ottobre 2015); da lì è iniziata una sorta di “fuggi-fuggi” da Gesenu. “E’ toccato quindi al sottoscritto – ha continuato Barelli – il ruolo di difensore di Gesenu, non quella ereditata, ma quella che conta centinaia di dipendenti e, dunque, un soggetto da bonificare trattandosi di società importante per la città. Ci siamo in sostanza attivati con pieno senso di responsabilità per salvare Gesenu, quando avremmo potuto sfilarci. Sarebbe stato più facile, ma non certo serio. Da novembre 2015 – ha continuato Barelli – Gesenu è sotto il controllo della Prefettura e dei tre amministratori straordinari nominati, i quali hanno, tra le altre cose, confermato le deleghe al Direttore Sassaroli. E’ evidente, segnala il vice sindaco, che dall’emissione dell’interdittiva, Gesenu è di fatto sotto tutela. Rilevo – prosegue Barelli – che il vice sindaco o gli assessori non hanno alcun potere di controllo su Gesenu perché tale livello di azione spetta ai dirigenti, alla Provincia e ad Arpa”.

Ma Rosetti non ci sta e riprende la parola per la seconda mozione. Secondo la capogruppo l’informativa di Barelli è stata piena di contraddizioni e, soprattutto, non ha risposto ai quesiti formulati. “Si è superato Cerroni per arrivare a Paoletti, privato di cui nulla si sa, nemmeno quanto abbia pagato le quote. Sappiamo solo che Paoletti avrebbe incontrato i rappresentanti dell’Amministrazione comunale ben prima di avviare qualsivoglia operazione di acquisto. Alla faccia del fatto che il Comune non può incidere sulla compagine privata”. Secondo Rosetti la cosa più grave della vicenda è la “truffa perpetrata nei confronti dei cittadini; eppure – segnala – si continua a permettere tutto questo senza far nulla. Non a caso la stessa Magistratura sta indagando sugli organi di controllo, perché rei, evidentemente, di non aver controllato alcunché”. Per queste ragioni Rosetti ha chiesto, come mozione, di revocare immediatamente le deleghe al vice sindaco.

Una mozione giudicata corretta anche dal Segretario Generale, ma quando la mozione è stata messa in votazione, tuttavia, è venuto a mancare il numero legale, con la maggioranza che, contraria all’iter, ha deciso di abbandonare l’aula. Per il Pd si è trattato dell'”ennesimo grottesco teatrino del centro destra. Il Vice Sindaco Barelli, titolare della delega all’Ambiente, non si è assunto le sue responsabilità in merito alla vicenda di fronte al Consiglio Comunale, ha preferito giri di parole e chiacchiere fumose. Legittima secondo il Segretario Generale la seconda mozione d’ordine presentata dalla Consigliera Rosetti e supportata dal Partito Democratico, con la richiesta di revoca delle deleghe da parte di Barelli, legittima la votazione, irresponsabile l’atteggiamento della sua maggioranza, che invece di difendere in maniera compatta un membro della propria Giunta, ha deciso di non partecipare alla votazione, abbandonando l’aula e il Vice Sindaco. Un’ora e mezza di bagarre, urla, interruzioni, timore che la richiesta di dimissioni potesse incontrare il voto favorevole di qualche membro della maggioranza: sono volate anche accuse al Segretario Generale, richieste di un voto segreto, il tutto a conferma di un centro destra sempre più diviso su vari fronti ed incapace di affrontare i problemi del quotidiano amministrare. Finiti i tempi di accuse contro la precedente amministrazione, oggi la Giunta Romizi non è capace di assumersi la responsabilità di una città sempre più abbandonata e di difendere il lavoro dei propri assessori. Di non minore importanza l’andamento dei lavori dell’aula: nessuna pratica è stata discussa, la città di Perugia – conclude il Pd – è ancora una volta ingolfata dalla inadeguatezza della Giunta Romizi e del centro destra cittadino.

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