Gesenu trema ancora. Travolta da una nuova inchiesta coordinata dalla direzione distrettuale antimafia, sull’azienda gestore dei rifiuti pesano come macigni le ipotesi di reato di gestione illecita dei rifiuti, associazione a delinquere e truffa ai danni degli Enti e dei cittadini. Denominata “Spazzatura Connection”, l’operazione della Guardia di Finanza e del Corpo Forestale dello Stato ha portato anche all’esecuzione dell’arresto di Giuseppe Sassaroli, direttore della partecipata che si occupa di gestione e smaltimento di rifiuti a Perugia e in altri Comuni dell’Umbria. In particolare è stata emessa un’ordinanza di custodia agli arresti domiciliari nei confronti dell’Ingegner Sassaroli e avvisi di garanzia nei confronti di altri collaboratori e dipendenti Gesenu.
Un’indagine che, come ha tenuto a precisare nel corso della giornata la stessa Gesenu con una sua nota, “riguarda presunti fatti e condotte che risalgono agli anni 2009 e seguenti quindi che nulla hanno a che fare con la rinnovata organizzazione aziendale e societaria che, tra l’altro, ha consentito a Gesenu di superare, con forza, l’interdittiva antimafia”.
L’A.G., nell’ottica di un bilanciamento tra esigenze cautelari e necessità di garantire la continuità del servizio pubblico, ha autorizzato il conferimento dei rifiuti nel bioreattore sotto sequestro ancora per un massimo di 120 giorni al fine di permettere al Gestore di individuare una gestione dei rifiuti alternativa nel rispetto della normativa ambientale. L’inquinamento ambientale supportato dagli accertamenti analitici di Arpa e dalle indagini geofisiche del CTU ha compromesso le acque del Torrente Mussino ed i terreni limitrofi alla discarica in cui è stato rinvenuto percolato affiorante dal sottosuolo.
Nel corso delle indagini è emerso, inoltre, che le operazioni di recupero di rifiuti negli impianti di Pietramelina e Borgogiglione, gestiti da GESENU S.p.a. e da T.S.A. S.p.a., a favore della GEST S.r.l. (R.T.I. tra GESENU S.p.a., TSA S.p.a., ECOCAVE S.r.l., SIA S.p.a.) aggiudicataria della gestione dei rifiuti urbani e speciali a favore di 24 Comuni ricadenti nell’Ambito Territoriale Integrato 2 (Trasimeno – Perugino – Marscianese – Tuderte), in forza di un contratto d’appalto valido per il periodo 2009 – 2024 del valore complessivo di circa un miliardo di euro, in realtà non venivano effettuate o effettuate solo parzialmente. Il Consulente Tecnico dell’A.G. ha inoltre rilevato, nel corso della sua attività, deficit di stabilità sia nella discarica di Pietramelina che di Borgogiglione che rappresenta un rischio concreto anche alla luce dei recenti eventi sismici. A seguito di ciò l’A.G. ha provveduto ad informare le massime autorità regionali per le verifiche e l’adozione delle necessarie misure di sicurezza.
Il Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Perugia ha inoltre sottoposto ad una capillare e certosina analisi dell’enorme mole di documentazione tecnica ed amministrativa, acquisita dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato, nonché quella di natura contabile e commerciale, esibita alle Fiamme Gialle dall’ATI2, dai 24 Comuni interessati e dalle società coinvolte. Dalla disamina di oltre 400.000 formulari di carico e scarico di rifiuti e da oltre 10.000 fatture, i militari della Guardia di Finanza hanno constatato, tra l’altro, la commissione degli ulteriori reati di truffa aggravata ai danni di enti pubblici e di frode fiscale attraverso l’utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti. Ciò ha permesso di quantificare l’ammontare complessivo del profitto illecito da sottoporre a sequestro, sia come responsabilità amministrativa delle società coinvolte in fatti penali, sia come reati tributari, per un ammontare complessivo di oltre 27 milioni di euro.
La “nuova” Gesenu con il suo CdA ha comunicato con una sua nota che “non può che appoggiare con forza qualsiasi azione possa consentire all’Azienda stessa di individuare e superare eventuali comportamenti fraudolenti. Preme evidenziare che il modello organizzativo ex l.231 è stato profondamente rivisto e implementato nel corso dell’anno 2015 allo scopo di aggiornare gli strumenti di tutela interna di Gesenu stessa. La società collabora con il massimo impegno con l’Autorità Giudiziaria, come ha già fatto con le Autorità amministrative per le vicende della interdittiva, poi superata. L’obiettivo è quello di continuare il rilancio aziendale, garantendo e implementando i servizi erogati, i livelli occupazionali e il patrimonio sociale”.
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