di Antioco Fois
Il provvedimento annunciato è arrivato e come atteso ha sfilato i contratti per i servizi di igiene urbana dalle mani dei direttivi di Gesenu e Gest per consegnarli ad un triumvirato di commissari. Nella giornata di oggi la firma da parte del prefetto di Perugia, Antonella De Miro, per il conferimento dell’incarico ai tre amministratori, che vigileranno sulle due società per sei mesi, fino a maggio 2016, garantendo che i servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti proseguano senza interruzioni e disagi ai cittadini.
Nel particolare, i triumviri sono Salvatore Santucci, “revisore dei conti con maturata esperienza di valutazione aziendale, corporate finance e restructuring”, si legge in una nota dell’Ente paraministeriale, già noto per incarichi in Gepafin e per aver lavorato al programma di rilancio della holding regionale dei trasporti Umbria mobilità. Donato Mario Pezzuto, “dottore commercialista con numerose esperienze come amministratore giudiziario e curatore fallimentare”, e l’avvocato dello Stato a riposo Antonio Mancini.
La gestione straordinaria di Gesenu e Gest è scattata, come scritto nei giorni scorsi, in base all’articolo 32, comma 10, della legge anticorruzione (la 114 del 2014), di cui il prefetto di Perugia aveva annunciato l’applicazione nell’incontro con le amministrazioni pubbliche delle regioni in cui le due società – interessate da interdittive antimafia – hanno contratti in essere.
La gestione dei commissari
Il triumvirato di commissari, incaricato dopo il placet del presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, avrà il compito di garantire “la prosecuzione e al completamento dei contratti in corso, e comunque per un periodo temporaneo stimato in sei mesi dalla data di insediamento”, precisa la comunicazione ufficiale.
Sotto il controllo e la gestione dei tre amministratori straordinari sono finiti principalmente gli appalti umbri della società mista Gesenu e di Gest (società formata da Gesenu, Ecoimpianti, Sia e Tsa), che nella regione gestiscono il servizio dei rifiuti urbani nel perugino e nelle aree di Trasimeno e Media Valle del Tevere. Assieme ai contratti di servizio umbri sotto commissariamento anche gli affari stretti con amministrazioni pubbliche laziali e siciliane. Per la controllata Ecoimpianti, invece, continua la fase di accertamento da parte della Prefettura di Perugia, che anche per la società controllata diretta di Gesenu (allo stesso modo raggiunta da provvedimento antimafia) potrebbe determinare il commissariamento.
E se gli affari in essere saranno sottoposti alla stretta vigilanza dei tre commissari, sembra assottigliarsi fino a svanire la possibilità per Gesenu di continuare a correre per il mega contratto dell’Ati1 (tutto il Nord dell’Umbria) da 300 milioni di euro per il quale la società, in raggruppamento con Sogepu, aveva presentato la documentazione di partecipazione alla gara.
Il primo Consiglio di Amministrazione
L’arrivo dei commissari non ha comunque esautorato il cda di Gesenu, che lo stesso giorno della notifica dei provvedimenti di amministrazione controllata si è riunito per la seduta di insediamento del nuovo amministratore delegato e dei consiglieri espressi dai soci privati. Sulle spalle di Dante De Paolis, ratificato col doppio incarico di ad di Gesenu e amministratore unico di Gest, le società che dovrà traghettare fino alla primavera 2016 attraverso una complicata fase di rinnovamento.
Il nuovo amministratore, ancora prima della conferma nel direttivo delle due aziende, era già stato oggetto di una polemica che ne ipotizzava l’incompatibilità, sollevata dalla consigliera comunale di Perugia del M5s, Cristina Rosetti, che chiedeva chiarimenti sull’intreccio di competenze di De Paolis: dirigente comunale in aspettativa, dimissionario come direttore generale dell’Università di Perugia e prossimo al rientro a Palazzo dei Priori, adesso anche al vertice della società partecipata dallo stesso Comune – e di una srl di imprese di cui quest’ultima fa parte – di cui però è espressione diretta – stando allo statuto di Gesenu – dei soci privati, che hanno uno spicchio in più delle quote detenute sempre dal Comune di Perugia (55% contro 45%).