di Antioco Fois
L’esito del summit la Prefettura lo comunica con una nota, facendo presente come sia emersa “l’accertata sussistenza dei requisiti previsti dall’articolo 32 (della legge anticorruzione 114/2014, ndr) in ordine ai contratti di Gesenu e Gest tuttora in corso”. “Il Prefetto – continua il comunicato ufficiale – si è riservato di assumere le conseguenti determinazioni di competenza previ i contatti del caso con l’Autorità nazionale anticorruzione”. Vale a dire che, normativa alla mano, in Umbria potrebbe arrivare uno o piú commissari per gestire gli appalti ottenuti da Gesenu, anche se bisognerà aspettare alcuni giorni per vedere se e quali servizi operati in regione verranno interessati dalle misure prefettizie.
Rischio analogo è per Ecoimpianti, società diretta controllata di Gesenu, che opera in Sardegna, che però risulta ancora sottoposta ad uno screening. Per quanto riguarda i contratti della società, infatti, la Prefettura si è riservata “di procedere ad un approfondimento sulla base di ulteriori elementi conoscitivi che dovranno essere acquisiti presso le stazioni appaltanti interessate che hanno sede in Sardegna”.
Lo tsunami rifiuti tuttavia non si riperquoterà sui cittadini dei comuni dove operano Gesenu, Gest ed Ecoimpianti e sui lavoratori del comparto, poiché l’eventuale commissariamento non determinerà la rescissione dei contratti stipulati con le società, ma verrà garantita la prosecuzione dei servizi di nettezza urbana.
Alla riunione, presieduta dal Prefetto Antonella De Miro, erano presenti l’assessore regionale all’Ambiente, Fernanda Cecchini, il vicesindaco di Perugia, Urbano Barelli, il sindaco di Marsciano, Alfio Todini (anche nella qualità di vicepresidente dell’Ambito territoriale integrato Umbria 1), nonché i rappresentanti della Direzione territoriale del lavoro dell’Umbria, delle aziende sanitarie e regionali dell’Umbria, della provincia di Perugia e di numerosi Comuni della provincia, nonché quelli di Viterbo, Montefiascone e Fiumicino.
Nel pieno della bufera dal Comune di Perugia, socio pubblico di maggioranza di Gesenu, con il 45% delle quote, e territorio servito per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, non arriva ancora una presa di posizione sugli ultimi sviluppi, come la faida che sta imperversando all’interno del direttivo di Gesenu, con lo scontro aperto con i soci privati sulla nomina dell’amministratore delegato.
Un commento arriva solo dal vicesindaco Barelli, che parla della “necessità di proseguire e mettete in sicurezza servizio”. “Il Comune – ha precisato – è impegnato a eliminare le criticità che hanno causato dell’interdittiva antimafia”, parlando poi di una riunione permanente che a Palazzo dei Priori è in corso sul tema. “Per Gesenu sarebbe necessario concentrare risorse e servizi in Umbria”, ha concluso, parlando della necessità di una exit strategy dagli affari extraregionali.
La Regione, invece, tramite l’assessore all’Ambiente, Fernanda Cecchini, “assicura la piena collaborazione per garantire la continuità della gestione della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti e conferma il sostegno all’azione del prefetto De Miro”. “Abbiamo rappresentato al Prefetto – continua l’assessore in una nota – la centralità che riveste nel sistema regionale dei rifiuti la città di Perugia e tutti i comuni ricompresi nell’Ati 2 in cui operano Gesenu e le altre società collegate, che rappresentano più del 40% della produzione di rifiuti urbani regionale. Un rallentamento o un’interruzione del servizio comprometterebbe dunque seriamente il sistema regionale di gestione dei rifiuti e metterebbe a rischio l’attività lavorativa e l’occupazione di 865 lavoratori”.
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Strecciare la matassa non sembra semplice. Toccherà al Prefetto De Miro. Dopo le dimissioni di Silvio Gentile, l’amministratore delegato di Gesenu e il passo indietro dei soci privati Noto La Diega (10 per cento) e Monica Cerroni (45 per cento) si profilava un passaggio del controllo di Gesenu ad un gestore svincolato dall’influenza dei privati.