Prima è arrivato il blocco dalla sezione regionale dell’albo dei gestori ambientali per Gesenu poi l’atto di reiscrizione “con limitazioni” al medesimo albo. Ora arriva la decisione dell’azienda dei rifiuti, di sospendere in autotutela i rapporti con i privati. Tutto sempre per effetto dell’interdittiva antimafia che ha colpito Gesenu e che aveva provocato la cancellazione dall’albo e il successivo reinserimento ma “limitatamente ai contratti in corso di esecuzione, commissariati dalla prefettura di Perugia” che ricordiamo sono 35, per un valore di oltre un miliardo di euro e tra questi ci sono i servizi con aziende ospedaliere e sanitarie, la raccolta e lo smaltimento nei Comuni di Viterbo, Montefiascone, Gravina nel Catanese e a Fiumicino. Va poi considerato che attraverso Gest (che in Umbria serve 24 Comuni) ed è composta da Gesenu al 70% e sue partecipate (Tsa al 18%, Sia 6%, Ecocave 6%) svolge funzioni di raccolta e smaltimento dal Trasimeno al Perugino passando per tutta la Media valle del Tevere e la città di Perugia ci sono i maxi appalti per raccolta nei 24 principali comuni umbri della provincia di Perugia, arrivando anche a San Venanzo.
Le limitazioni indicate tra le “regole” della reiscrizione sono proprio relative al blocco della gestione dei rifiuti speciali e dei rapporti con i privati. Gesenu quindi ha scelto di affidare a ditte esterne private, la gestione dei servizi derivanti dai contratti con i privati, pagandole ovviamente. Per intenderci uno dei privati che avrebbe rischiato disservizi era Nestlè, poi le cliniche sanitarie convenzionate del capoluogo e tutta una costellazione di pmi dell’Umbria.
La data del 19 maggio è quella segnata in rosso sul calendario, si perchè il 19 maggio scadono i termini dell’interdittiva, ma se nel frattempo non cambierà qualcosa nell’assetto societario della compagine – sul fronte della componente privata – è molto probabile che scatterà una proroga di altri sei mesi e l’interdittiva non verrà rimossa.
“La reiscrizione all’Albo nazionale dei gestori ambientali – spiega la capogruppo dei 5 stelle al Comune di Perugia Cristina Rosetti – se ha messo in sicurezza i contratti commissariati, non ha avuto effetto per gli altri. La raccolta dei rifiuti speciali ci dicono essere ferma. I danni derivanti dall’interdittiva antimafia ormai non si contano più e gli strascichi potrebbero essere ancora peggiori, se non si prendono le giuste decisioni”, che per i 5 Stelle potrebbero essere quelle di far tornare pubblico il servizio. “La giunta – conclude Rosetti – dovrà rendere conto a 360 gradi del suo operato e questa volta non permetteremo né a Varasano né a nessun altro di censurarci, a costo di azioni eclatanti”.