Non si placa la protesta. Anzi: il movimento dei No Tubo, contro la costruzione del gasdotto della Snam denominato Rete Adriatica, continua a risalire la penisola italiana. Dopo l’ultimo incontro a Colfiorito del 2 aprile, ieri i rappresentanti dei movimenti sono arrivati a Norcia, un altro dei comuni che dovrebbe essere interessato da uno dei tracciati del gasdotto, che come si ricorderà da Brindisi a Minerbio sono in tutto cinque.
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E se per Norcia la sensibilizzazione all’argomento è già chiara e ha lasciato i suoi frutti da quando, nel 2004, la possibilità della costruzione del gasdotto è stata ventilata e apposta su carta, per altri siti la situazione non è la stessa: “a Visso, ad esempio, siamo all’anno zero”, dicono a TuttOggi.info i membri del Comitato No Tubo. Come a significare che se la notizia della Rete Adriatica è arrivata, non si può dire ugualmente delle implicazioni che, secondo quanto affermato dal movimento e suffragato dalle parole del geologo Francesco Aucone, la costruzione del gasdotto apporterebbe. “Sono zone altamente sismiche“, dicono dai No Tubo. “L’impatto di un terremoto sul gasdotto potrebbe avere conseguenze molto importanti. Noi associazioni siamo impegnate, alcune da 13 anni, nei territori delle Marche, Umbria, Abruzzo, Lazio e Toscana, a combattere il progetto del metanodotto adriatico di SNAM che devasterebbe territori ad alto rischio sismico con un’opera assolutamente inutile per la collettività, che chiediamo venga ritirata”.
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Le manifestazioni – Decine le associazioni impegnate anche ieri in campo. In mattinata c’è stato un incontro tra i rappresentanti del movimento, che hanno deciso di passare operativamente anche e soprattutto attraverso l’informazione a 360 gradi delle popolazioni interessate. Con incontri e operazioni di sensibilizzazione. Poi nel pomeriggio, l’incontro con la cittadinanza di Norcia. Intanto è stato fissato un prossimo appuntamento di protesta per il mese di giugno, sempre nella zona compresa tra Umbria e Marche.
Le ragioni – Anche ieri pomeriggio il geologo Aucone ha incontrato la cittadinanza, provando a smontare “le narrazioni della multinazionale dell’energia per giustificare l’ingiustificabile: un enorme metanodotto che attraversa la dorsale appenninica devastando i territori con oggettivi pericoli dovuti alla sismicità dell’area, con lo scopo di trasformare il nostro paese in un inutile hub del gas”. “Siamo contro qualsiasi ipotesi di deportazione delle popolazioni terremotate – dicono ancora i No Tubo – e rivendichiamo il diritto alla ricostruzione dei borghi e dei paesi di montagna devastati dai terremoti, garantendone la storia, lo stile e l’urbanistica, evitando speculazioni immobiliari”. Resta inoltre ferma la volontà dei No tubo di ricongiungersi con il movimento dei NO Tap in Salento, che a loro volta si schierano contro la costruzione di un altro pezzo di gasdotto che dovrebbe approdare sulle coste della località balneare di San Foca, frazione di Melendugno.
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Ricordiamo che del Coordinamento Nazionale No Tubo fanno parte: Mountain Wilderness, WWF, Brigate di Solidarietà Attiva, Comitato Civico Norcia per l’ambiente, Comitato no tubo, Comitato no devastazioni Umbria, Comitato no acquedotto per la difesa della Valnerina, Mercato Brado, Montanari Testoni Norcia, Comitato No Tubo l’Aquila, Comitato Cittadini per l’ambiente di Sulmona, Comitato Altrementi Val Peligna, Forum Abbruzzese Movimenti per l’acqua, Abruzzo Social Forum, Programma 101 Foligno, Confederazione Cobas Umbria.
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