del Comitato 'No Inceneritori”
L’Assessore all’Ambiente Bencivenga “NON SA” dove finiscono i rifiuti della sua città. Succede a Terni, durante un incontro pubblico sulle PM10 oltre i limiti di legge, venerdì 20 gennaio, quartiere Le Grazie.Durante il convegno organizzato dal PRC, di fronte al semplice quesito del Comitato Non inceneritore: “dove finisce il materiale differenziato che lei signor assessore all’ambiente del comune di Terni ha orgogliosamente rivendicato come frutto della “sua” raccolta porta a porta dalle percentuali del 65%?” Dopo due goffi tentativi andati a vuoto il signor assessore non ha trovato di meglio che rispondere “NON LO SO”.
Non so, l’esatto opposto di quello sostenuto da PierPaolo Pasolini sui misteri più cupi dell’Italia post bellica, “Io so perché sono un intellettuale ma non ho le prove e non ho gli indizi”.
Una politica asservita ai poteri forti, che privilegia l'economia rispetto alla salute pubblica, porta inceneritori e discariche mentre una politica degna e partecipata li relega all’ultimo posto della filiera per accogliere l’indifferenziabile. Questa la teoria ma noi ripetiamo la domanda e vorremmo avere una risposta: “cosa succede al materiale differenziato? Dove finiscono:
la plastica
la carta
il vetro
l’umido
tanto pazientemente raccolti dai cittadini?”
Noi, signor assessore, vista la “sua” prassi e le “sue” parole temiamo di sapere pur non essendo intellettuali.
La crisi è una condizione permanente del nostro tempo perché la crisi in quanto tale tutto giustifica e tutto autorizza. Uscire dal mito dell’inevitabilità della crisi è possibile e necessario. I rifiuti sono cartina di tornasole della crisi del sistema, durante l’emergenza rifiuti, che in Italia ha visto il militare sostituirsi al civile, gli inceneritori non solo divengono il male minore ma come per incanto assurgono al ruolo di bene assoluto.
In realtà inceneritori e discariche danno si profitti certi e crescenti per chi li gestisce ma hanno un impatto ambientale devastante ed una ricaduta sulla salute pubblica non sottovalutabile. Una società civile consapevole proprio per questo non può che impegnarsi nella raccolta differenziata finalizzata al riciclaggio.
Una politica debole ed elitaria porta inceneritori e discariche mentre una politica degna e partecipata li relega all’ultimo posto della filiera per accogliere l’indifferenziabile. Questa la teoria ma noi ripetiamo la domanda e vorremmo avere una risposta: “cosa succede al materiale differenziato? Dove finiscono:
la plastica
la carta
il vetro
l’umido
tanto pazientemente raccolti dai cittadini?