La IV Commissione del Comune di Perugia è tornata oggi sul delicato tema della Perugina, con l’ordine del giorno presentato dal gruppo del M5S sul Piano di riorganizzazione dell’azienda e garanzie occupazionali, approvato all’unanimità.
Alla discussione, insieme ai commissari e ai proponenti dell’ordine del giorno, hanno partecipato anche l’assessore allo sviluppo Economico e Marketing territoriale del Comune Michele Fioroni, il dott. Andrielli della Regione dell’Umbria e i rappresentanti delle RSU della Nestlé Perugina. In avvio di commissione il Presidente Felicioni ha tenuto a precisare che la Nestlé ha risposto all’invito facendo sapere che non intende partecipare alle commissioni comunali, ma solo ai tavoli istituzionali preposti, sia territoriali che nazionali. Un comportamento, questo, che è stato stigmatizzato da più parti, considerato una mancanza di rispetto e di volontà di confronto con le istituzioni e la città.
“Il nostro ordine del giorno – ha premesso la consigliera del M5s Cristina Rosetti in apertura – fa seguito all’aggravarsi della situazione, a seguito dell’annuncio dei 364 esuberi da parte di Nestlé, in considerazione delle pesanti ripercussioni che tale scelta della multinazionale implicherebbe per la città”. Il Movimento 5 Stelle, nell’ordine del giorno, chiede all’amministrazione Romizi di adoperarsi presso la stessa Nestlé e tutte le istituzioni competenti al fine di ottenere il rispetto degli accordi conclusi dalle RSU e dalle organizzazioni sindacali in termini di garanzia della stabilità occupazionale. Chiede inoltre, che il Comune si impegni affinché le istituzioni regionali e nazionali agiscano al fine del miglioramento logistico derivante dal ripristino di infrastrutture inutilizzate, come il sistema ferroviario che un tempo raggiungeva direttamente il sito di San Sisto, anche al fine di farne il perno logistico del Centro Sud a servizio degli stabilimenti di Perugia e Benevento.
“La forte preoccupazione dei lavoratori e sindacati, a fronte degli esuberi unilateralmente annunciati dalla multinazionale che vedono di fatto disattesi gli accordi conclusi e le pesanti ricadute in termini occupazionali e sociali che essi avrebbero, – ha concluso Rosetti – anche in considerazione al contesto specifico del territorio umbro-perugino, già marcatamente colpito dalla crisi industriale in atto impone la necessità di spingere la multinazionale Nestlé a tener fede agli accordi stipulati e ad agire per l’aumento dei volumi della produzione presso lo stabilimento Perugina, come previsto nei piani di riorganizzazione presentati nell’aprile e nel dicembre 2016”. La capogruppo M5S ha, quindi, invitato Comune e Regione a mettere in campo politiche serie di sviluppo, con una programmazione e azioni che favoriscano gli investimenti produttivi sul territorio e, a questo proposito, ha chiesto all’Assessore Fioroni quali politiche il comune intende fare sul tema cioccolato, che a suo avviso può essere effettivamente considerato un elemento di sviluppo su cui puntare.
Proprio da quest’ultimo punto è partito l’assessore per spiegare che “Perugia, così come l’Umbria, mancano di attrattori territoriali e il cioccolato può essere uno di questi, ma se pensiamo ad una Città del cioccolato non è certo un’operazione che si fa in tempi brevi e che ha bisogno di soggetti finanziatori. Abbiamo una visione ben precisa – ha spiegato – e la convinzione che si debba ripensare il territorio in un ottica nuova, legata al digitale, alla banda larga e alle nuove tecnologie, adeguata alle attuali esigenze d’impresa, per migliorare l’attrattiva e creare un vantaggio competitivo del nostro territorio. Per questo, tutti i progetti che stiamo portando avanti, dal mercato coperto a Fontivegge sono funzionali ad attivare e valorizzare le filiere che ci sono sul territorio”.
Sul tema della Perugina, l’assessore ha quindi affermato che gli esuberi annunciati sono un prezzo che la città non può pagare né dal punto di vista identitario né sociale ed economico. “Stiamo presidiando la situazione – ha spiegato – con l’intenzione di favorire il dialogo e trovare soluzioni condivise, che possano essere le migliori per il territorio, nel rispetto delle relazioni industriali, anche in vista del prossimo incontro al Mise del 9 novembre prossimo”.
Il dott. Andrielli, in rappresentanza della Regione Umbria ha confermato la piena disponibilità dell’ente a sostenere, anche con risorse disponibili, l’opportunità di investimenti sul territorio da parte di Nestlé, confermando l’avvio di incontri tecnici con l’azienda a questo proposito. “Non possiamo non prendere atto di quanto è successo in questo anno – ha detto il rappresentante della Cgil della Perugina, Luca Turcheria – prima degli accordi del 2016, Perugina era fuori dai parametri di Nestlè, non era caratterizzata da niente. Con quell’accordo, invece, l’intenzione era di fare della Perugina la fabbrica del cioccolato di riferimento e il Bacio diventava un global brand prodotto a Perugia in ogni sua fase. Una rivoluzione, tanto che Nestlé decide, dopo tanti anni, di investire su Perugia 60 milioni di euro, dietro alle richieste delle Rsu e di una intera città. Poi – ha proseguito Turcheria – tutto si è bloccato. Perché Nestlé è considerato un problema finanziario. Gli esuberi annunciati nascono da un cambio netto di strategia da parte dell’azienda e noi dobbiamo far sì che in questa riorganizzazione mondiale Nestlé continui a vedere a San Sisto la fabbrica del cioccolato di riferimento. Anche il Parco o la città del cioccolato è un’occasione complementare alla Perugina, che può contribuire a radicare la fabbrica al territorio. Non vogliamo – ha concluso – gli ammortizzatori sociali, ma semmai mantenere gli attuali livelli occupazioni perché nel giro di qualche anno si può dare una vera risposta industriale alla questione della Perugina”.
Dello stesso avviso anche gli altri rappresentanti delle Rsu, Paolucci – che ha precisato come il confronto con l’azienda sia anche sulle re internazionalizzazioni – e Binacci, che ha sottolineato come le prospettive future di crescita per Perugina ci possano essere senza far ricorso agli esuberi, tamponando le difficoltà momentanee e guardando a una rinnovata Perugina.
Nel dibattito che ne è seguito, il forzista Antonio Tracchegiani ha ribadito che la questione sta a cuore a tutte le forze politiche e che nessuna può far mancare il proprio sostegno ai lavoratori. “Tuttavia – ha precisato – non possiamo non considerare che la visione del futuro dell’azienda di trent’anni fa si è rivelata sbagliata oggi. Il nostro territorio regionale – ha aggiunto – manca di servizi importanti che non lo rendono attrattivo per le aziende. L’Umbria deve riprendere l’identità che aveva”. Per Michele Pietrelli (M5s), però, la solidarietà non è sufficiente di fronte ad una situazione come questa in cui un accordo viene unilateralmente disatteso. “L’assenza di un trasporto su ferro adeguato – ha detto – ci sta portando, come regione, alla tomba, non abbiamo la possibilità di essere competitivi. Mi chiedo se questi aspetti vengono presi in considerazione della Regione”. A questa domanda, il dott. Andrielli ha risposto che da parte della Regione c’è un impegno di ammodernamento e che il tema è all’attenzione dell’ente.
Per il consigliere Armando Fronduti è importante la coesione di tutti quanti, ma anche lui ha ricordato come la Perugina sia stata abbandonata con l’ingresso di De Benedetti. “E’ da lì -ha detto – che Perugia e la Perugina ha iniziato la sua parabola discendente”. Rosetti ha quindi voluto focalizzare l’attenzione sulla proposta di un polo logistico, per capirne meglio l’opportunità e a rispondere è stato lo stesso Turcheria che ha spiegato come questa proposta, secondo le Rsu e i sindacati, possa sicuramente essere sviluppata, mettendo il polo logistico della Perugina a disposizione anche di produzioni affini presenti sul territorio regionale. “Purtroppo però – ha spiegato – quello che solo venti giorni fa, dopo l’incontro in Confindustria, sembrava possibile adesso non lo è più, l’unico obiettivo di Nestlé sembra essere quello di avere 364 persone in meno entro giugno 2018”.
Al termine del dibattito, ha preso la parola anche don Claudio, parroco a San Sisto, trent’anni in Perugina, che ha invitato consiglieri e lavoratori a non buttare via l’esperienza e la storia dell’azienda: “Dobbiamo inventarci qualcosa di diverso perché tanto state parlando con una realtà che non vi ascolta”. Dello stesso avviso anche il consigliere Alvaro Mirabassi (Pd), che ha invitato tutti a fare azioni eclatanti per richiamare l’attenzione e smuovere la situazione dall’impasse in cui si trova: “Se non vogliono venire loro a parlare con noi andiamo noi da loro, facendo un sit-in sotto la sede generale di Nestlé”.
Al termine l’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità, con i voti favorevoli di Felicioni, Borghesi, Luciani, Tracchegiani, Nucciarelli, Mori, Mirabassi, Bistocchi, Pietrelli, Rosetti e Fronduti.