Rischia fino ad un massimo di 7 anni di reclusione la 33enne tifernate autrice del furto in chiesa, nel Santuario della Madonna delle Grazie di Città di Castello. Sulla donna, denunciata per furto aggravato, sono tuttora in corso ulteriori accertamenti in relazione ad altri colpi che avrebbe perpetrato nelle scorse settimane.
Il plauso di sindaco e vice
Proprio ieri i carabinieri hanno restituito il maltolto al parroco don Andrea, il quale ha ringraziato di cuore i militari per l’impegno e la professionalità dimostrata, ma soprattutto per aver preso a cuore un furto molto simbolico che aveva scosso profondamente la comunità. Un plauso all’operazione delle forze dell’ordine è arrivato anche dal sindaco Luciano Bacchetta e dal vice Luca Secondi, che hanno espresso “sentimenti di gratitudine a tutti i militari dell’Arma, il cui prezioso e tempestivo intervento, ha consentito al parroco di poter rimettere al proprio posto collane e oggetti di culto particolarmente cari ai fedeli”.
Il colpo
Il colpo risale allo scorso 16 aprile. La donna, con il volto coperto da una mascherina, era entrata nel luogo di culto dirigendosi verso la teca dell’altare contenente ex voto donati dai fedeli, asportando con estrema facilità e spregiudicatezza 4 collane in oro e una fede. Il grave fatto aveva subito scosso la comunità tifernate, anche in relazione alla circostanza che tutta la scena del furto, era stata ripresa da una telecamera interna alla chiesa, che aveva ripreso la freddezza e la calma mostrati dall’autrice del furto.
La sospetta
Dopo aver visionato con attenzione il filmato, i carabinieri avevano concentrato le loro attenzioni su una 33enne del posto, con un curriculum giudiziario contraddistinto da stupefacenti e furti. La donna, peraltro, nel corso di un pedinamento, indossava vestiti molto simili alla protagonista del video. I militari hanno quindi deciso di intervenire bloccando la donna che, dopo qualche titubanza, e la prospettiva di una perquisizione domiciliare, ha ammesso le sue responsabilità. A tradire la 33enne poi è stato l’esame della cronologia del cellulare, da cui i carabinieri sono risaliti ad una telefonata fatta dalla donna ad un compro oro solo 10 minuti dopo il furto.