Un libro e un concorso nazionale, per raccogliere le voci dei giovani, alle prese con le limitazioni del Covid. E’ l’idea di Ivana Donati e dell’associazione FulgineaMente, dopo due anni di pandemia. “Ho molto seguito la televisione ed ero particolarmente attenta alla scuola. Se ne parlava molto, si parlava di DAD, si parlava di banchi con le rotelle, si intervistava qualche insegnante, qualche dirigente, ma nessuno o quasi faceva parlare gli studenti. Io soffrivo anche per loro – ha detto la presidente Donati – per i miei ex-alunni e per tutti gli adolescenti. Mi chiedevo cosa facessero in casa, come stavano vivendo l’amore, l’amicizia, il rapporto con la famiglia nella convivenza imposta, i rapporti con gli insegnanti e i compagni limitati alla DAD“.
Quindi l’idea di un “concorso nazionale letterario per dare loro voce”. Hanno risposto in 101 da tutta Italia, da Verona a Palermo. I loro racconti sono stati raccolti in un libro. “Sotto il segno del Covid. L’amore, l’amicizia, la famiglia, la scuola al tempo della pandemia“. Appena possibile saranno organizzati convegni in tutta Italia, nelle città da dove provengono le testimonianze, con gli studenti, gli insegnanti, i dirigenti, i genitori e chiunque si occupi di scuola, per capire cosa è successo, per riflettere insieme. Il libro presenta anche le prefazioni di Ritanna Armeni e Adriana Pannitteri.
“Siamo convinti che l’esercizio della scrittura e la condivisione possano essere uno strumento per combattere le ansie e le paure che ciascuno di noi prova in un periodo molto difficile anche dal punto di vista emotivo. La raccolta in un libro, infine, è un modo per prestare attenzione ai ragazzi e continuare a riflettere sull’esperienza per superarla e trarne beneficio per il miglioramento di ognuno noi. Loro lo hanno fatto con impegno, con forza, con coraggio. Colpiscono infatti le loro riflessioni, il loro desiderio di superare questo periodo di difficoltà cogliendo delle occasioni per crescere, conoscersi, scoprire degli aspetti di se stessi e dei propri familiari che non conoscevano e forse non avrebbero mai conosciuto, se la pandemia non ci avesse colpiti“.