Dalla fuga dei camici all’ospedale da campo della Regione ancora senza pazienti. Il procuratore regionale della Corte dei Conti, Rosa Francaviglia, parte proprio dalla situazione con cui la sanità umbra si è trovata ad affrontare la seconda ondata Covid, a novembre, nella sua relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario.
“Un contesto – rileva il procuratore – in cui la gestione della sanità pubblica regionale è stata lungamente condizionata da un forte e radicato sistema di controllo autoreferenziale, caratterizzato da un coacervo di cointeressenze illecite”. Una situazione che impone “interventi rapidi, risolutivi e radicali, non ulteriormente procrastinabili, anche e soprattutto in termini di incremento dell’assunzione di personale a tempo indeterminato improntata a criteri meritocratici e trasparenti”.
Francaviglia cita il fenomeno dell’esodo dall’Umbria “per migrare altrove” di medici specialisti e specializzandi, di tecnici e di infermieri, che si sono formati in Umbria. Fenomeno che “dovrebbe indurre ad attente riflessioni”.
“Emblematico, al riguardo – rileva ancora il procuratore – è il progetto milionario per l’implementazione dell’Ospedale da campo, finanziato dalla Banca d’Italia e da risorse finanziarie aggiuntive ottenute mediante l’esenzione dall’imposta sul valore aggiunto sulle forniture di completamento”.