La frode rientrerebbe in quelle che sono chiamate “carosello iva” e riguarderebbe un'azienda che lavora nel settore dell'elettronica che ha emesso fatture false per 4 milioni e 500 mila euro. A portare alla luce l'attività illecita della società gestita da una donna originaria del Singapore e avente residenza a Roma, è stato il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Terni, scoprendo che l'attività della donna era effettivamente gestita dal cognato, un italiano che già in passato aveva avuto precedenti per lo stessa tipologia di reato. L'azienda era utilizzata come società 'cartiera', cioè come ponte per emettere fatture false su operazioni mai avvenute, e dal 2009 circa e in pochissimo tempo era riuscita a costruire un ingente giro d'affari pari a 20 milioni di euro. La donna e il cognato sono stati dunque denunciati alla Procura della Repubblica.