Venezuela, Porto La Cruz, 28 Aprile 2012, sono queste le coordinate alle quali bisogna risalire per l’accusa di omicidio nei confronti di Ugo Marchic, imprenditore nato a Perugia, che avrebbe freddato con un colpo di pistola alla tempia il socio d’affari francese Paul Maurice Wolnerman per impossessarsi dei suoi beni. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il 61enne avrebbe poi fatto a pezzi il cadavere della vittima per impedirne il ritrovamento.
Già nel 2013, l’uomo era stato colpito da un mandato d’arresto europeo emesso dalla Corte D’Appello di Parigi e anche nel 2012 era stato arrestato in Lombardia.
A tradire l’uomo sarebbe stato Facebook e un “mi piace” – Wolnerman, la vittima francese di 71 anni, volendosi trasferire a Santo Domingo, avrebbe affidato a Marchic e a un tassista venezuelano, la procura di vendere per suo conto una barca, un appartamento e un’auto e incassare il denaro. Ma i due uomini, ingolositi dal guadagno, avrebbero deciso di ucciderlo con un agguato. Dopo averlo invitato in una casa e drogato con del sonnifero gli avrebbero poi sparato alla testa, cercando poi di occultare il cadavere facendolo a pezzi con una sega.
Gli inquirenti hanno subito stretto il cerchio delle conoscenze della vittima, arrestando il tassista e indagando su Marchic, che nel frattempo era fuggito a Firenze con una donna venezuelana, eludendo un eventuale arresto con le false generalità che aveva lasciato in Venezuela, dove era conosciuto come Antonio Ferrari Martinez.
I Carabinieri avrebbero trovato Marchic in un campeggio di Fiumicino, dove aveva la sua residenza. Proprio un ‘mi piace’ sulla pagine del campeggio è stata fatale all’uomo, che è stato rintracciato e arrestato.