di Ada Spadoni Urbani (*)
La polemica sul fotovoltaico ha raggiunto anche il Consiglio regionale dell’Umbria. L'argomento è di grande attualità, dopo il decreto detto “salva/Alcoa” del 31 dicembre scorso. Tuttavia è opportuno capire bene come stanno le cose.
Gli incentivi governativi hanno funzionato fin troppo bene ! La crescita del settore, rispetto al 2009, è stata del 162%. Con il terzo Conto energia si sono aperte richieste di allaccio fatte a Terna ed Enel per 25 mila MW. Ciò comporta un onere sulla bolletta per i prossimi vent'anni di 8/10 miliardi di euro annui, il che vuol dire 160 miliardi sulle tasche di famiglie e imprese italiane. Già, perché é chiaro che gli incentivi alle imprese li paghiamo noi attraverso le bollette !
Da notizie fornite in commissione direttamente dal ministro Romani abbiamo appreso che ad avere accesso agli incentivi sono state soprattutto aziende tedesche, francesi o rumene, oltre alla Cina, dalla quale sono stati acquistati l’85% dei pannelli, assemblati poi in Italia, per lo più di pessima qualità e di difficile smaltimento.
Occorre allora perfezionare il sistema e a questo serve la moratoria proposta. Il Governo non ha operato tagli con l’accetta, né sta tornando indietro. Le maggiori aziende distributrici italiane, così come Confindustria, sono in sintonia col ministro Romani, il quale ha detto che occorre disincentivare la speculazione sul fotovoltaico ed incentivare la filiera italiana, mantenendo, per il 2020, l’obiettivo del 17% di energia prodotta da fonti rinnovabili e sostenendo le aziende italiane che producono pannelli solari di eccelsa qualità e fanno ricerca.
Il principio espresso dal Ministro Romani diventa condivisibile, se si rimane fuori da visioni ideologiche. Si vuole, infatti, che gli incentivi sul fotovoltaico e sul solare siano compatibili con le imprese del settore, con gli investimenti e con le aspettative che ci sono. Romani ha in mente una fase transitoria dopo la quale innescare il sistema tedesco: offrire incentivi in maniera inversamente proporzionale all'installato: più si installa e meno incentivo c' é. Perché un settore industriale deve imparare a vivere senza sostegno statale. Dopo che lo Stato ha dato le ali per decollare, una spinta per crescere e anche qualcosa in più, le imprese debbono stare in piedi da sole !
Questo significa realizzare un settore produttivo sano, che non pesi sulla bolletta dei consumatori.
E forse sarebbe il caso di ricordarlo più spesso !
(*) Senatore PdL