Ha lasciato perplessità e sconcerto la decisione del Questore di chiudere il “Formula” di Città di Castello per un mese, soprattutto perché arrivata senza il minimo preavviso e nel periodo più “festaiolo” dell’anno, quando la discoteca diventa teatro di goliardia e spensieratezza con i tradizionali veglioni dei rioni.
Il provvedimento – caduto come un’ascia proprio ieri (15 febbraio) sul luogo di divertimento per eccellenza delle serate tifernati – continua a far discutere anche perché conseguente ai numerosi episodi di violente risse e spaccio avvenuti – si legge nella nota della Questura – “fra novembre 2023 e gennaio 2025”.
Perché quindi chiuderlo ora, a metà febbraio, quando le incolpevoli società rionali spendono soldi e tempo per far divertire la gente in modo sano? Una considerazione, quest’ultima, manifestata da tantissimi cittadini, seguita subito dopo da quelli che si domandano come mai, invece di troncare dall’oggi al domani il diritto allo svago dei “tifernati con giudizio”, non sia stata esaudita la crescente necessità di un piano sicurezza un po’ più “severo” o almeno più capillare.
A rimetterci più di tutti, oltre agli incolpevoli gestori del locale che dovranno aspettare il 15 marzo per riaprire, è stato proprio il rione Mattonata, a cui è stata annullata la festa a meno di 12 ore dall’inizio. Un fulmine a ciel sereno che ha costretto gli stoici organizzatori – che hanno celebrato comunque la loro festa in un’altra sede improvvisata – ad avvertire centinaia di persone con il biglietto già acquistato (che ovviamente verrà rimborsato) e a fare la conta dei “danni”, quasi più morali che economici.
Anche il sindaco Luca Secondi, prendendo atto della misura adottata dalla Questura di Perugia “che ovviamente rispettiamo e reputiamo frutto di una attenta valutazione”, ritiene di dover manifestare un sentimento di “profonda vicinanza alle società rionali, impossibilitate a svolgere le classiche serate danzanti che da tradizione pluridecennale sono previste attraverso un calendario ben definito in questo periodo dell’anno. Purtroppo a causa di pochi soggetti che commettono gravi infrazioni e reati, a pagarne il conto è proprio la tradizione della nostra comunità, senza considerare il danno economico arrecato alle società organizzatrici dei “veglioni” che avevano già investito risorse per i propri sentiti eventi”.
Secondi – che si augura “la massima severità nei confronti dei soggetti che saranno ritenuti responsabili delle azioni e reati commessi, con tutte le misure legittimamente possibili che dovranno essere intraprese” – ha infine annunciato che questa settimana incontrerà i rappresentanti delle società rionali per valutare la possibilità di una diversa riprogrammazione degli eventi. Da qui al 15 marzo infatti, oltre alle numerose serate già in programma, altri quattro veglioni rionali saranno costretti ad essere annullati.