Il futuro sempre più incerto fa tremare anche gli ottimisti. Un tempo si vedeva la pensione come un periodo di meritato riposo da vivere in tranquillità grazie al lavoro di una vita. Oggi il lavoro di una vita sembra non bastare più a garantire una pensione serena.
Se pensiamo che, in base alle stime della Ragioneria generale dello Stato, tra 20 o 30 anni un lavoratore dipendente percepirà dall’Inps una pensione pari a circa il 60% dell’ultima retribuzione, la previdenza complementare diventa una necessità. Senza considerare poi la situazione del lavoratore autonomo la cui pensione potrà ridursi a meno del 50% dell’ultimo reddito da lavoro.
I fondi integrativi costituiscono una seconda pensione utile a garantire il mantenimento del tenore di vita che si ha in età più giovane. Inoltre la previdenza complementare offre numerose opportunità, in particolare per quanto riguarda la normativa fiscale che prevede la deduzione dal reddito della contribuzione versata fino a 5.164,57 euro all’anno. In particolare, i lavoratori subordinati, compresi i pubblici dipendenti, possono iscriversi ai fondi pensione destinandovi il Tfr, il quale viene comunque devoluto in regime di neutralità d’imposta. la deduzione fiscale per il prossimo anno è prevista per i versamenti effettuati sul fondo entro il 31 Dicembre.
Passati otto anni dall’iscrizione alla previdenza complementare, si può ottenere un’anticipazione fino al 75% del montante per l’acquisto o la ristrutturazione della casa o fino al 30% per esigenze diverse: in entrambi i casi l’anticipazione è tassata al 23 per cento.
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