“Se la crisi da un lato e i tagli del Governo dall’altro, continueranno a strizzare le casse comunali, ci toccherà spegnere pure i lampioni della luce”. Quante volte gli amministratori locali, sull’orlo di una crisi di nervi, hanno provocatoriamente minacciato di lasciare i concittadini allo scuro? Ebbene, a Foligno hanno già deciso di passare dalle parole ai fatti, con una decisione a metà strada tra esemplare risparmio energetico e necessari tagli sulla maxi bolletta della corrente. Già da tempo infatti, un piano prevede spegnimenti localizzati e riduzioni controllate, consentendo di risparmiare circa 200mila euro all’anno. Tempi bui – è davvero il caso di dirlo – per circa 3000 punti luce: 2100 lampioni sono stati via via disattivati mentre altri 8000 vengono ricalibrati con accensioni ritardate e spegnimenti anticipati.
Tagli alla bolletta elettrica, ma anche una netta sforbiciata alle spese postali, con un taglio che ha toccato il 60% dal 2009 a 2014 passando dalle 111mila euro alle 56mila euro, con ulteriori riduzioni durante lo scorso anno. Giro di vite pure sul conto telefonico: in questo caso il risparmio è quasi da record, pari al 70% nello stesso periodo. Se nel 2009 lo stanziamento era di 175mila euro, due anni fa ne sono bastati appena 54mila. Meno lettere e meno telefonate quindi, obblighi di legge e ristrettezze economiche da una parte, informatizzazione dall’altra.
Si viaggia pure di meno: se nel 2009 le nove vetture di servizio della flotta comunale, di cui una ‘auto blù’ di rappresentanza, percorrevano 241mila chilometri, nel 2014 sono scesi di oltre la metà, fermandosi a 98mila. Di tre autisti ne è rimasto soltanto uno, le ore di guida sono calate, nel quinquennio, da 5.500 a circa 2.800 annue.
I tagli però non portano a meno tasse: i folignati pagano più o meno le stesse cifre. Nel 2013 il prelievo tributario pro capite era di 594,34 euro, salito a 581,23 nel 2014 e leggermente calato a 574,67 nel 2015 ma sembra destinato a salire sino a 589,72 euro proprio nel 2016.
Ricontrollando i bilanci comunali, si scopre invece in diminuzione la spesa corrente pro capite: dagli 850,96 euro del 2013 si è scesi di netto ai 754,93 del 2014 per balzare a 897,81 lo scorso anno, mentre è prevista un’ulteriore riduzione nell’anno in corso per 793,76 euro.