Foligno sarà città del futuro, ecco nuovo progetto Coop Centro Italia per l’ex zuccherificio / ft, vd / dì la tua - Tuttoggi.info

Foligno sarà città del futuro, ecco nuovo progetto Coop Centro Italia per l’ex zuccherificio / ft, vd / dì la tua

Redazione

Foligno sarà città del futuro, ecco nuovo progetto Coop Centro Italia per l’ex zuccherificio / ft, vd / dì la tua

Gio, 31/10/2013 - 10:30

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Carlo Ceraso
Sara Cipriani

Un progetto faraonico che cambierà il volto, appena fuori dalle mura, della città di Foligno, nel nome di Gae Aulenti, guardando verso Valencia, Londra, Dubai o all’italiana Porta Nuova di Milano: è quello presentato (o meglio, ripresentato) ieri da Giorgio Raggi, presidente di Coop Centro Italia, che a palazzo Trinci ha tenuto la conferenza stampa di presentazione del nuovo piano architettonico che non tradisce l’originale disegno realizzato dalla compianta Gae Aulenti e dai professionisti dello studio Araut ma anzi lo arricchisce prevedendo anche il Parco delle scienze. L’occasione è servita per rompere gli indugi, specie della politica locale, chiamata a decidere su questo nuovo disegno destinato a rivoluzionare l’area dell’ex zuccherificio.
Sul tavolo dei relatori erano presenti anche l’architetto Anacleto Cleri (Araut), il sindaco Nando Mismetti, il professor Pierluigi Mingarelli (direttore del Laboratorio di scienze sperimentali) e Riccardo Settimi (presidente di Koinon, società che racchiude le imprese chiamate a realizzare l’opera). Ma in sala c’era un po’ tutto il gotha della politica e dell’imprenditoria locale e regionale, dal capogruppo Pdl Daniele Mantucci al d.g. di Confindustria Perugia Aurelio Forcignanò al presidente Confcommercio Aldo Amoni, all’imprenditore Domenico Metelli. Solo per citarne alcuni.
Cara Gae, abbiamo tolto la porta” – “Come ricorderete 18 mesi fa, in questa stessa sede, abbiamo avuto modo di mostrare alla cittadinanza il progetto riguardante lo zuccherificio di Foligno” ha esordito Giorgio Raggi “il progetto fu presentato dal grande architetto Gae Aulenti che iniziò il suo intervento citando Eliot e il suo concetto di tradizione: ‘la tradizione non si eredita, ma si costruisce giorno per giorno’. Oggi l’architetto Aulenti non è più con noi ma ci piace pensare che la sua creatività e la sua eleganza continuano a pervadere questo progetto che prevede un investimento complessivo superiore a 100 milioni di euro e che creerà un’occupazione stabile per il funzionamento e la gestione di tutto il complesso, una volta realizzato, di oltre 200 addetti”. “Ricordo ancora il tormento della Aulenti all’idea di individuare una porta di ingresso al centro – ha detto commosso Raggi -, cara Gae, amando pensare che ora ti trovi nell’Olimpo dei Grandi, ti dico che abbiamo tolto la porta, andando così ad integrare la nuova area al centro storico. Una porta chiude, divide, abbiamo così pensato che il tuo progetto potesse bene integrarsi alla tradizione architettonica della città”.
Le due opzioni – Raggi non dimentica le polemiche che pezzi dell’opposizione scatenarono all’indomani della presentazione del primo ‘disegno’ e così, dopo aver affidato alla Araut il compito di realizzare una ‘opzione 2’, mostra ai presenti l’alternativa ai due grattacieli. Sul maxischermo scorrono così le immagini della seconda ipotesi progettuale: due palazzi-scatola di ugual cubatura a quella dei grattacieli, simili a quei palazzoni che non è difficile incontrare nella zona Eur di Roma. Non bisogna essere esperti di architettura, né di estetica per capire che il ‘progetto 1’ è decisamente più affascinante. “Noi ovviamente preferiamo l’opzione 1 – continua Raggi – ma non vogliamo che il disegno possa creare alibi in chi dovrà prendere la decisione finale, ovvero il Consiglio comunale di Foligno”.
L’appello – “di certo non possiamo più perdere tempo” continua Raggi “fino a questo momento abbiamo investito circa 4 milioni di euro per una iniziativa che è stata pensata già negli anni ’90. A maggioranza e opposizione chiediamo di prendere una decisione, di valutare se questo progetto farà, come riteniamo, il bene della città”. Poi, rivolto alla sala: “se mi chiedete quali tempi occorreranno per realizzarlo vi rispondo che siamo in grado di completarlo in 18-24 mesi ma se mi domandate quanto tempo dovrà passare da qui alla concessione edilizia non so cosa dire”. E’ la prima di una lunga serie di frecciate all’indirizzo della politica, rappresentata al Trinci dal sindaco Mismetti che resterà impassibile fino al suo intervento.
Il Parco – la nuova area ospiterà anche il Parco delle scienze, quello proposto lo scorso anno dal professor Pierluigi Mingarelli e che ha visto la comunità scientifica fornire un contributo significativo. L’avveniristico edificio, che ricorda l’elica del dna, sarà su 5 piani, dotato di IMAX (sala polivalente capace di accogliere fino a 400 persone), Genomarium, una fontana della fisica e una megasfera capace di riprodurre i fenomeni naturali che interessano il pianeta. Il tutto circondato da labirinti vegetali e passeggiate ecologiche. “Sarà un Parco unico al mondo – dice il direttore del Centro sperimentale -, c’è un solo esempio a Singapore. Non sarà un museo, ma un vero e proprio parco dedicato al metodo scientifico”. C’è anche il nome: Vision, lo sguardo dell’Uomo sulla Natura. Anche lui lancia l’appello al consiglio comunale: “dobbiamo fare presto per non perdere la possibilità dei fondi necessari per la sua costruzione, vi prego, fate presto”.
Gli interventi – Prima di lui aveva illustrato il progetto l’architetto Anacleto Cleri (vedi articolo correlato). Subito dopo è stata la volta di Riccardo Settimi che ha ricordato come l’impegno dell’imprenditoria locale chiamata a realizzare l’opera rischia di svanire nel nulla se ci saranno ulteriori ritardi: “alla politica, agli amministratori, ricordo solo he siete voi a poter incidere sul tempo”. Un altro messaggio per il sindaco. Gli ulteriori interventi sono all’insegna dell’entusiasmo. Mantucci (Pdl) definisce il progetto, quello con i grattacieli, “magnifico, fantastico” anche se alla domanda posta a Mingarelli di conoscere i costi di gestione non riceve una risposta esaustiva. Non meno incisivo quello di Aldo Amoni: “progetto eccezionale, certo ci spaventano gli oltre 8mila metri quadrati destinati al commercio, ma l’accordo siglato già sei anni fa con Coop e riconfermato in queste ore dal presidente Raggi sulla gestione degli spazi non destinati al settore alimentare, ci spinge ad avallare questa opera. Chiedo però a Comune e Coop, vista l’area pedonabile che dal centro storico porterà all’ex zuccherificio, se non è il caso di rispolverare il vecchio progetto di realizzare delle coperture e semicoperture lungo il tragitto”. Entusiasta anche il dottor Forcignanò che ricorda come le polemiche si possano superare in tempi rapidi se si guarda al bene comune. Il dg di Confindustria non a caso ricorda quelle che precedettero la realizzazione delle scale mobili alla Rocca Paolina di Perugia e che si sono invece rilevate strumento attrattivo e intelligente per legare il passato, la tradizione al futuro.
Capo Seattle – a chiudere gli interventi è stato il primo cittadino che raggiunto il palco ha sentito addosso gli occhi di tutti, specie dei promotori dell’iniziativa. Mismetti ha tenuto sulle spine, per un buon quarto d’ora, l’intera sala rivendicando la correttezza dell’operato dell’amministrazione, gli atti di indirizzo già emanati a fronte del primo progetto e che “per scelte simili occorre prendere il tempo necessario. Qui c’è da decidere il futuro non solo della nostra città ma per certi aspetti quello della stessa Regione” ha detto con voce ferma e a tratti contrariata “sono consapevole che chi amministra deve decidere, ma bisogna essere consapevoli che alcune scelte vanno ponderate”. Se la Aulenti aveva citato Eliot, Mismetti sembra ora indossare il copricapo indiano di Capo Seattle al presidente Pierce nel 1852 proclamò la celebre frase: “Non abbiamo ereditato la terra dai nostri genitori, l’abbiamo presa in prestito dai nostri figli”. Per rinforzare la propria tesi, ricorda pure come andò il progetto di Fuksas per la chiesa di San Paolo Apostolo: “quando venne presentato il progetto tutta la città ne era entusiasta, probabilmente per come venne illustrato visto che ai più non è mai piaciuto”. Nella sala Trinci piomba il silenzio, gli occhi dei relatori che si incrociano a domandarsi dove voglia andare a parare il primo cittadino. Mismetti gioca ancora per un po’ al gatto col topo e solo in chiusura annuncia: “oggi però la situazione è diversa, il dibattito è aperto e dovrà coinvolgere tutte le forze politiche e sociali della città in tutte le sedi, questo è l’atto di responsabilità che dobbiamo prendere….entro il mese di novembre dovremo prendere una posizione chiara”. Il consiglio comunale è avvisato.
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