Il budget assegnato a Foligno per i programmi di sviluppo urbano sostenibile previsti dall’Agenda Urbana dell’Umbria ammonta a 6 milioni 567 mila 963 euro.
Per l’Agenda digitale, smart cities arrivano 966.966,94 euro; per l’illuminazione pubblica 1.477.317,27; per la mobilità sostenibile ed infrastrutture 1.551.183,14; per sistemi di trasporto intelligente 771.909,35; per la valorizzazione del patrimonio culturale 923.323,30; per le politiche giovanili 199.565,01; per i servizi educativi territoriali 453.310,45; per l’innovazione sociale 224.387,54 euro.
Se n’è parlato oggi pomeriggio allo Spazio Zut di Corso Cavour nell’assemblea pubblica alla presenza della presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini.
Le risorse finanziarie complessivamente destinate all’Agenda urbana dell’Umbria ammontano a circa 35,6 milioni di euro di cui 30,8 relativi al Fesr e 4,7 al Fse. Una parte di queste risorse sarà garantito dalla Commissione Europea e dallo Stato, ed una parte – pari al 15% delle risorse complessive – sarà oggetto di cofinanziamento da parte dei Comuni, nel loro ruolo di autorità urbane.
Così come prevede il Quadro strategico regionale per la realizzazione dell’Agenda urbana dell’Umbria, le priorità programmatiche e tematiche dei diversi interventi riguardano il ridisegno e modernizzazione dei servizi urbani per i residenti e gli utilizzatori della città.
Tra le priorità, la realizzazione di azioni pilota per la fruizione di attrattori culturali e naturali valorizzando la capacità attrattiva delle città dell’Umbria, al loro potenziale di crescita legato alla dimensione culturale, storica, artistica e naturale e le pratiche e progettazione per l’inclusione sociale per i segmenti di popolazione più fragile e per aree e quartieri disagiati che prevede prioritariamente azioni di sostegno alle politiche sociali e contrasto alla povertà e al disagio – anche occupazionale – per persone e famiglie con gravi fragilità socioeconomiche, e l’esclusione relazionale.
Un ruolo preminente viene riservato alla gestione dei servizi collettivi, sia attraverso soluzioni tecnologiche innovative, in coerenza con il modello smart cities, sia – anche se in misura molto meno rilevante – attraverso piccole infrastrutture e start up di nuovi servizi.