Sarà un tavolo tecnico in seno alla commissione consiliare Servizi e Partecipazioni, con il contributo delle associazioni agricole e ambientaliste e del mondo scolastico, a redigere una proposta di aggiornamento del regolamento comunale sull’uso dei prodotti fitosanitari.
Nella seconda seduta sull’argomento, l’organismo consiliare ha stabilito di avviare un lavoro permanente di studio e confronto sulle questioni in campo, condividendo l’istanza avanzata dal consigliere Gaetano Zucchini (Pd), proponente insieme al consigliere Francesca Mencagli (Pd) dell’ordine del giorno sul tema approvato in Consiglio comunale, sulla base delle sollecitazioni arrivate, in particolare, dal consigliere Vincenzo Bucci (Castello Cambia) e da Sauro Rossi (Confederazione Italiana Agricoltura).
“Apriamo un confronto ampio con tutti i soggetti coinvolti per arrivare a documento da portare all’attenzione della Regione Umbria, per la necessaria valutazione di compatibilità tra accordi sulle produzioni e normative vigenti, per poi concludere il percorso in Consiglio comunale”, ha proposto Zucchini, tirando le somme di una discussione che ha fatto registrare una partecipazione ancora più numerosa di agricoltori e rappresentanti delle associazioni di categoria rispetto al primo incontro.
La nuova seduta della commissione ha permesso di approfondire le questioni principali legate alla definizione della disciplina comunale per la regolamentazione dell’utilizzo dei prodotti fitosanitari in agricoltura in base alle nuove normative europee già recepite nel 2012 dall’Italia, con l’inserimento nel 2014 nel Piano di Azione Nazionale (PAN), e a partire dal 2015 dalla Regione Umbria.
All’intervento del consigliere Mencagli (Pd), che ha ribadito come “l’indirizzo di fondo dei lavori della commissione sia quello di garantire una sostenibilità dell’agricoltura nel nostro territorio, sia dal punto di vista ambientale che economico” hanno fatto eco le prese di posizione dei rappresentanti delle associazioni agricole Luca Panichi (Coldiretti), Sauro Rossi (Cia) e Sergio Bambagiotti (Uncai Umbria), che hanno difeso l’operato degli agricoltori del territorio, sottolineandone l’attenzione per il rispetto di normative, ambiente e sicurezza alimentare, chiedendo di elaborare un regolamento che non riproduca le scelte già fatte nel Comune di Citerna, ma sia fatto su misura delle peculiarità del territorio di Città di Castello.
A chiedere alla commissione un lavoro capace di migliorare le normative esistenti, piuttosto che ribadirle, cogliendo l’occasione di promuovere attraverso l’agricoltura biologica maggiore rispetto dell’ambiente e della sicurezza alimentare è stato Luca Stalteri (Associazione Produttori Biologici), mentre due tabacchicoltori, Giuseppe Gildoni e Giuseppe Taschini, hanno chiesto di garantire, con il nuovo regolamento, la massima tutela possibile a questa coltivazione fino a quando non ci sarà una vera alternativa.
Il consigliere Bucci (Castello Cambia) ha chiesto di “coinvolgere anche la Regione per verificare l’eventuale revisione degli accordi regionali sulle produzioni agricole e garantire gli agricoltori all’interno di un percorso di confronto che si articoli in un’ottica di mediazione” mentre Nicola Morini (Tiferno Insieme) ha proposto di “coinvolgere le associazioni ambientaliste ‘Progetto Valtiberina’ e ‘Comitato a difesa della terra Valtiberina’ che hanno studiato molto la materia per il regolamento di Citerna e possono garantire una visione completa”.
A condividere l’accento posto sui controlli è stato il consigliere Marco Gasperi (M5S), che ha ribadito l’esigenza di “una valutazione delle ricadute economiche di ogni decisione” e di lavorare “con elasticità e un approccio lontano da allarmismi”, richiamando l’attenzione sulla necessità di favorire gli investimenti in innovazione e di garantire, attraverso il PSR, un sostegno agli agricoltori che dovessero perdere reddito per rispettare le distanze imposte dal regolamento. Dal consigliere Cesare Sassolini (FI) sono invece giunte perplessità sull’effettivo bisogno di redigere un regolamento in presenza di normative già applicate dagli imprenditori, nella convinzione che “sarebbe più utile adoperarsi per individuare forme di incentivazione degli agricoltori finalizzate a lavorare i terreni incolti e ripristinare i fossati, in modo da garantire la salvaguardia dell’equilibrio idrogeologico del territorio”.