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FIRMATO A SPOLETO IL PROTOCOLLO D'INTESA TRA SLOW FOOD E LA REGIONE UMBRIA

Nel segno della valorizzazione del territorio e dell’economia rurale, del recupero delle radici popolari e contadine dei territori, di un più agevole accesso alla terra ed al lavoro agricolo delle giovani generazioni, dell’attenzione alla biodiversità e all’educazione alimentare, Regione Umbria e associazione “Slow Food Umbria” hanno firmato un protocollo d’intesa, che le impegna a “lavorare ad un’attività comune finalizzata alla valorizzazione e promozione del patrimonio culturale, produttivo ed enogastronomico regionale”. L’atto della firma è avvenuto ieri (5 luglio), di fronte ad un’affollata platea di giornalisti, imprenditori agricoli ed operatori del settore, nello “Spazio Umbria” allestito in occasione del Festival dei 2Mondi a Palazzo Collicola di Spoleto. Il documento, cinque cartelle che indicano il futuro programma di attività, è stato firmato, per la Regione, dall’assessore all’agricoltura Fernanda Cecchini, per “Slow Food” (alla presenza del presidente nazionale Roberto Burdel) dal presidente dell’associazione Umbria Sonia Chellini. “È un’occasione importante – ha commentato quest’ultima -, che concretizza il lavoro di anni: è un protocollo destinato a lasciare il segno nell’agroalimentare umbro, non soltanto per quanto riguarda la qualità delle produzioni e del consumo, ma anche nel senso di un rafforzamento dell’identità territoriale, che in Umbria si manifesta attraverso l’agricoltura, l’ambiente, la cultura e il paesaggio”.
“La firma di questo protocollo rappresenta per noi un passaggio fondamentale – ha sottolineato il presidente nazionale di “Slow Food” Roberto Burdel – si tratta infatti di un documento importante nel taglio e nei contenuti, che raccoglie in pieno l’identità di ‘Slow Food’ e di ‘Terra Madre’ (la manifestazione sulle culture del cibo che si svolge ogni due anni nell’ambito del Salone del Gusto di Torino, N.d.R.), ed è quindi in grado di aprire scenari internazionali, in cui protagoniste siano le comunità del cibo, per creare occasioni di scambio fra i produttori di tutto il mondo, all’insegna della reciprocità”.
“Il protocollo servirà a promuovere non soltanto le eccellenze agroalimentari, ma l’Umbria nel suo insieme – ha detto l’assessore all’agricoltura Fernanda Cecchini – nella sua immagine unitaria e identitaria fatta di agricoltura, ambiente, cultura e turismo”. E lo stesso Piano di Sviluppo Rurale – ha aggiunto – potrà inserirsi nella realizzazione degli interventi previsti dall’intesa, ad esempio con le misure per le cosiddette “aree mercatali” e la riqualificazione dei “villaggi rurali”.
Regione Umbria e “Slow Food” s’impegnano a “far emergere – è detto nel documento – l’immagine regionale legata all’asse territorio/ prodotto agroalimentare/ cultura, restituendo giusta dignità e giusto valore alle radici identitarie popolari e contadine; a favorire e promuovere un modello di agricoltura a misura di territorio e polifunzionale, volano e strumento indispensabile per un progetto di piccola economia locale; a valorizzare la figura del produttore, anche attraverso il riconoscimento delle funzioni di ‘custode’ del territorio; a promuovere e sviluppare progetti innovativi, che consentano un facile accesso alla terra ed al lavoro agricolo per le giovani generazioni; a valorizzare le piccole produzioni ‘locali e identitarie’, anche ai fini di una fruizione agrituristico-culturale”.
Fra gli interventi concreti, il protocollo prevede il sostegno al progetto di ricerca e di studio sulle tradizioni popolari e contadine del “Centro Nazionale di Documentazione e Studi sulla Cucina Popolare” presso il Castello Bourbon di Santa Maria Tiberina, il riconoscimento e valorizzazione delle attività della rete “Terra Madre in Terra Umbra” e azioni di scambio di buone pratiche e gemellaggi con le Comunità di terra Madre a livello internazionale e nazionale, la realizzazione e il sostegno al progetto “Mercati della Terra” in Umbria e alla realizzazione di almeno tre nuovi presìdi regionali, la valorizzazione delle funzioni di “custode” dei territori per gli agricoltori, gli allevatori e i pescatori che operano nelle aree protette, una serie di azioni finalizzate alla consapevolezza ed alle buone prassi nei consumi alimentari delle giovani generazioni.