Due ore di puro divertimento: imitazioni, canzoni, battute improvvisate, gag con il pubblico, sketch esilaranti, frecciatine sarcastiche al mondo dello spettacolo e tutta la grinta di una grande showman. Fiorello, ha conquistato un gremitissimo Teatro Nuovo, ieri sera a Spoleto con il suo spettacolo itinerante ‘L’Ora del Rosario’.
L’ingresso, a sorpresa, in sala, vestito da vecchio prete di campagna ha subito scompaginato gli equilibri scenici, con gli spettatori sin dall’inizio parte integrante della serata: qualche parola in simil dialetto spoletino, commenti ‘piccanti’ sull’abbigliamento di una spettatrice in abito sexy, il sequestro di un tablet ad una signora in prima fila e la paura (più vera che simulata) di salire sul palco tramite una scaletta priva di qualsiasi protezione, dopo essersi fratturato la caviglia (vistosamente fasciata) nella tappa precedente.
Fiorello non ha deluso le aspettative di chi voleva sentir dire qualcosa sulla città, anzi! Non a caso arriva un giorno prima degli show per vivere il posto, girare, sentire l’umore della gente, carpire nozioni e curiosità.
E allora giù battute, una dietro l’altra: “sono arrivato e mi hanno offerto gli strangozzi col tarfuto, poi a cena ancora gli strangozzi col tartufo e alla fine a colazione pure non ce l’ho fatta e sono andato al bar”.
Preso di mira anche l’amatissimo ‘Don Matteo’: “ma a Spoleto siete fissati con Don Matteo, e Don Matteo di qui e Don Matteo di là, e questa è la casa, e questa è le chiesa, e qui ci è passato a piedi, e qui ci è passato in bici, e qui ci ha fatto pipì…”
Ha ironizzato anche sulla camera che gli è stata assegnata in hotel “Mi hanno dato la stessa di Belen, quando sono entrato mi sono subito buttato sul letto e mi sono aggrovigliato al materasso, poi sono andato in doccia e mi sono selfato cento volte”.
Numerosi i riferimenti al Festival dei Due Mondi ed alla candidatura come Capitale Italiana della Cultura, ovviamente inseriti in un contesto ironico e dissacrante.
“Spoleto è la città delle salite, è l’unica città dove ci sono salite ed invece di trovare poi le discese trovi altre salite. Ho fatto un giro di pomeriggio non c’era nessuno, ma avete il coprifuoco? Ah già, ci sono le scale mobili ed i percorsi sotterranei, ma non ce anima viva nemmeno lì, se ci parli dentro si sente l’eco”.
Il sottile filo della ‘spoletinità’ è stato un pò il trait d’union dell’intero spettacolo, ma il tributo vero e proprio è stata la proiezione, in finale, di uno speciale video che ha visto lo stesso Fiorello spoletino per un giorno, in giro per la città e a contatto con la gente.
L’immagine simbolo della tappa umbra de ‘L’Ora del Rosario’ sarà quella di Fiorello che rientra in scena per gli applausi conclusivi, con indosso una maglia con su scritto Grazie SPOLETO! tra le ovazioni un Teatro Nuovo dal tutto esaurito.
Lo show ha preso di mira un pò tutti, dai politici ai vegani, dai cantanti ai creatori del caffè in cialde, dalle recenti vicende della Chiesa ai talent televisivi.
Altro elemento centrale, le canzoni: imitate, improvvisate, storpiate, inventate, dal rock al pop, dalla classica alla lirica, con la sua innata passione da cantante. Persino due ‘duetti storici virtuali’: uno con l’intramontabile Mina e l’altro con l’istrionico Tony Renis.
Due giorni di ‘ciclone Fiorello’ – come egli stesso ha ironizzato citando la stampa locale – che hanno portato una ventata di novità e di allegria.