La Guardia di finanza di Viterbo ha sequestrato 2,8 milioni di euro da conti correnti bancari facenti capo a sei società operanti nel settore della costruzione di infrastrutture per le reti ferroviarie operanti fra Terni, Viterbo e Roma. Gli indagati sono accusati – titolare dell’inchiesta il pm Renzo Petroselli della procura di Viterbo – di aver frodato il fisco emettendo fatture false per più di 4 milioni di euro. Fra i sei imprenditori coinvoltic’è anche il direttore di una nota radio di Roma il quale si adoperava a ricercare imprenditori in difficoltà disposti ad accettare lo scellerato patto: un imprenditore viterbese infatti, stando agli accertamenti del Nucleo di polizia valutaria, emetteva false fatture così da consentire alle società di scaricare dal reddito aziendale costi mai sostenuti al fine di evadere le tasse. Il sistema era abbastanza semplice quanto grossolano: le fatture venivano saldate mediante bonifico all’emittente che restituiva poi in contanti la somma di denaro tenendo per sé il 50% dell’Iva. Senza, neanche a dirlo, versare nulla all’erario. La tempestiva indagine ha così consentito il sequestro preventivo dei 2,8 milioni di euro trovati sui conti correnti: è la prima volta che nella provincia di viterbo viene eseguito il cosidetto sequestro per ‘equivalente’ previsto dalla legge 244 del 2007.
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