Chiusura in grande stile per il Festival dei 2 Mondi, il primo firmato dalla direttrice Monique Veaute, con il Concerto finale affidato al genio del Maestro Antonio Pappano e alla straordinaria Orchestra di Santa Cecilia che confermano il felice connubio. Sir Pappano per l’occasione scegli due capolavori come la sinfonia da L’Italiana in Algeri e la suite sinfonica Sheherazade di Nicolaj Rimskij Karsakov e l’inedito, per il pubblico del Festival dei 2 Mondi, 1001 Nights in the harem del cinquantenne compositore turco Fuzil Say.
Accompagnando così il pubblico di Piazza Duomo in un viaggio ai confini con l’Oriente, con le sue tradizioni musicali, i suoni e i colori della penisola anatolica, dell’Impero ottomano.
Si comincia con il dramma giocoso del compositore pesarese con Sir Pappano che riesce ad esaltarne i vari aspetti: dal ritmo scattante, agli esaltanti crescendo, dalla dolcezza degli archi, alla melodia dell’oboe che rimanda al timbro del mizmar (oboe orientale).
Emozionante il concerto per violino e Orchestra scritto dal turco Say che riesce a descrivere l’harem nei suoi molteplici colori e nelle tante donne che lo abitano. Lasciando al violino il compito di “cantare” le mille favole che la principessa Sheherazade racconta, con arguzia, per evitare la morte che il Sultano infligge ad ogni giovane sposa; alle percussioni (tra cui kudum e bendir) quello delle altre anime femminili che compongono l’harem. Violino che, per l’occasione, è affidato al celebre Friedemann Eichhorn capace con i suoi assoli di conquistare l’assoluto silenzio della Piazza.
E si conclude con la Shéhérazade di Rimskij-Korsakos dove al canto melodico affidato al violino che interpreta la Principessa, si oppone la cattiveria del Sultano esaltata da ottoni e fiati con l’intervento continuo degli archi. Perfetta l’esecuzione del primo violino Andrea Obiso, dallo scorso gennaio “spalla” dello celebre primo violino del Santa Cecilia Carlo Maria Parazzoli, di cui sentiremo ancora tanto parlare.
Per l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia una ulteriore conferma della straordinaria capacità di interpretare le arie dei più celebri compositori.
Applausi a scena aperta che potrebbero convincere anche in un bis, ma l’Italia calcistica chiama e sono in diversi ad abbandonare Piazza Duomo quando non sono ancora le 20.40. Non proprio un bello spettacolo a vedersi.
Prima dell’inizio del Concerto, Piazza Duomo ha fatto da cornice alla consegna del “Premio Carla Fendi” che quest’anno la Fondazione intitolata alla compianta stilista, che tante risorse ha investito per il rilancio del Festival e la conservazione del patrimonio cittadino, ha concesso l’ambito riconoscimento alla scultrice Marina Mahler e a Carol LeWitt, eredi rispettivamente di altrettanti personaggi che hanno contribuito a rendere celebre il Festival: nipote di Gustav Mahler e Alma Schindler e figlia di Anna Mahler la prima, moglie di Sol Lewitt la seconda.
A consegnare il Premio alle due donne che, grazie anche alla Fondazione Mahler & Lewitt, mantengono vivo il patrimonio artistico dei loro congiunti, sono stati la d.a. Monique Veaute e il Maestro Pappano. Sul palco anche Maria Teresa Venturini Fendi e la presidente della Fondazione Festival Tiziana Tombesi.
Un connubio, quello tra le due Fondazioni Fendi e Mahler-Lewitt, che da quest’anno vede il contributo della prima di 30mila euro per due borse di studio destinate all’ospitalità per cinque anni di artisti selezionati dalla “Mahler & Lewitt” nei campi dell’arte, scienza, moda e tecnologia.
Abbastanza nutrito il parterre delle autorità, anche se nessuna in rappresentanza del Governo. Ad accogliere gli ospiti per il Concert del Maestro Pappano, il Commissario prefettizio e Presidente della Fondazione Festival Tiziana Tombesi e la d.a. Veaute.
Presenti tra gli altri la Presidente della Regione Donatella Tesei, l’Assessore regionale a bilancio, cultura e scuola Paola Agabiti, il Presidente della Corte d’appello d Perugia Mario D’Aprile, il Sottosegretario alla Difesa On. Giorgio Mulè, il Procuratore Capo di Spoleto Alessandro Giuseppe Cannevale, il Comandante delle Forze Operative Esercito, Generale di Corpo d’armata Massimo Scala, il Comandante della Regione Umbria della Guardia di Finanza, Generale di brigata Piero Maccarinelli, i comandanti provinciali dei Carabinieri, Colonnello Stefano Romano, della Guardia di Finanza, colonnello Danilo Massimo Cardone, il direttore dello stabilimento militare di Baiano, Colonnello Mirko Scovaventi, il Presidente della Fondazione CaRiSpo Salvatore Finocchi, il Vice Dario Pompili e i consiglieri Giovanna Sapori e Paolo Feliziani. Nelle file più importanti, dalla 10 alle 14, anche Anna Fendi con Giuseppe Tedesco, lo stilista e scenografo Quirino Conti, le galleriste Alessandra e Valentina Bonomo, il critico d’arte Ludovico Pratesi, la direttrice di Galleria Borghese Anna Coliva con il marito e critico d’arte Luigi Ficacci, Nicola Bulgari (nipote di Sirios, fondatore dell’omonima casa di gioielli, e membro dei CdA del Carnegie Hall e dell’Accademia Santa Cecilia), l’ex prefetto Vincenzo Cardellicchio (oggi consulente per la sicurezza della Fondazione Festival), la cantante e discografica Caterina Caselli, il regista Piero Maccarinelli, Gabriele Galatioto Console onorario di Francia a Perugia.
Aperta, come tradizione, Casa Menotti dove a fare gli onori di casa c’erano Maria Flora e Zefferino Monini che non hanno fatto mancare un bouquet di girasoli sull finestra da cui si affacciava il Maestro Gian Carlo.
Girasoli deposti anche davanti alla lapide che contiene le ceneri del Maestro Thomas Schippers.
Pochi gli esponenti della politica locale uscente (a ottobre si terranno le elezioni per lo scioglimento a marzo scorso del Consiglio comunale): tra cui l’ex sindaco Umberto de Augustinis con la moglie Emilia Bellina, l’ex assessora Ada Urbani e la consigliera uscente Elena Bececco con la mamma Carla De Megni.
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