La comunità di castel Ritaldi, il comune dove, in località Colle del Marchese, viveva Piero Reali non sa ancora trovare una spiegazione al gesto che il giovane ha compiuto ieri sera quando ha sparato alcuni colpi di pistola alla sua ex fidanzata prima di togliersi la vita. Piero viene da tutti descritto come un uomo mite, gran lavoratore. Di mestieri ne aveva fatti tanti, anche quello di guardia giurata. Sempre disponibile con tutti. Non era stato fortunato in campo sentimentale. Un matrimonio alle spalle che lo aveva fatto soffrire (dal quale era nata una figlia) e la scomparsa della mamma diversi anni fa lo avevano colpito duramente. “Era stato fidanzato con una ragazza che studiava all'università di Perugia” ricorda oggi un amico “ma dopo un po' si erano lasciati”. Poi l'incontro con C.M. e il 'sogo' di un nuovo amore. Interrotto sembra dopo un anno di relazione. Una fine che Piero non sapeva accettare e che lo ha portato a compiere quel drammatico gesto.
Non sanno darsi pace in Paese che si è raccolto intorno ai familiari: al padre (al quale si è preferito in un primo momento dire che era rimasto vittima di un incidente) come alle sorelle. Una famiglia unita, legata. Che mai si sarebbe aspettata di vivere una simile tragedia.
Continuano intanto a migliorare le condizioni della giovane, raggiunta da tre proiettili sparati dal ragazzo e che ieri è stata sottoposta ad un intervento chirurgico. E' ovviamente provata la ragazza, dipendente della Vus e molto stimata fra i colleghi anche per il suo impegno sindacale nelle file della Cgil. Sia fisicamente che psicologicamente. A lei sono arrivati tanti messaggi di affetto di amici e colleghi.
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