Festival Spoleto, "Mystery Sonatas /For Rosas" rimane un mistero per il pubblico del Romano - Tuttoggi.info

Festival Spoleto, “Mystery Sonatas /For Rosas” rimane un mistero per il pubblico del Romano

Carlo Vantaggioli

Festival Spoleto, “Mystery Sonatas /For Rosas” rimane un mistero per il pubblico del Romano

Sab, 09/07/2022 - 08:13

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La Keersmaeker mette in scena un balletto generosissimo in termini di durata (ben 135 minuti) con la musica suonata dal vivo

Anne Teresa, baronessa De Keersmaeker è una ballerina e coreografa belga, molto conosciuta e apprezzata, nata artisticamente nel Ballet du XXe siècle di Maurice Béjart che a Spoleto era di casa. Un nome, artisticamente parlando, che non è certamente da associare all’ambiente comune dello showbiz ma che invece è sinonimo di esperienza e qualità nel campo della coreografia contemporanea.

Tuttavia, la baronessa un gesto da showbiz lo ha fatto sul serio: nel 2011 quando accusò Beyoncé di plagio, ritenendo che le due coreografie di Rosas (Rosas Danst Rosas e Achterland)  fossero state usate illecitamente per il video musicale della star americana Countdown. Come sia finita in fondo non è determinante per il futuro dell’umanità. Ma sta di fatto che la macchina della visibilità si è messa in moto.

A Spoleto, per non tradire la sua passione (quasi una missione di vita), la Keersmaeker mette in scena un balletto generosissimo in termini di durata (ben 135 minuti) che ha al centro della sua ricerca ancora una volta la “Rosa”.

Con la collaborazione della violinista Amandine Beyer e del suo ensemble Gli Incogniti, Anne Teresa De Keersmaeker mette in scena i tre cicli delle virtuosistiche Sonate del Rosario di  Heinrich Ignaz Franz von Biber (compositore e violinista austriaco, di nazionalità boema nato nel 1644 e morto nel 1704), con i ballerini della compagnia Rosas, di cui è direttrice artistica.

Non sempre capita, quasi mai per la verità, che la danza al Teatro Romano sia accompagnata da un ensemble che esegue dal vivo la musica durante l’esecuzione di una coreografia. Una eventualità che, quando accade, come nel caso di Mystery Sonatas, rende il tutto decisamente più affascinante, meno etereo, concretamente coinvolgente.

Il capitolo di Mystery Sonatas segue le tappe precedenti dei lavori della Keersmaeker, che diventano propedeutici per la comprensione delle sue coreografie.

Si legge nel programma di sala:

“Sin dagli esordi con Rosas danst Rosas, pezzo iconico della danza contemporanea, la coreografa sembra mostrare gli elementi focali della sua estetica: il minimalismo dei movimenti, la stratificazione di sequenze ripetute e sovrapposte, il rigore nell’esecuzione e una meticolosa esplorazione del legame fra danza e musica. Intrinsecamente religiose e narrative, traduzione musicale dei quindici Misteri Sacri della vita della Vergine Maria, con il loro susseguirsi di gighe, allemande e correnti, le Sonate di Biber sono un invito alla danza. Per questa nuova creazione la De Keersmaeker ha attinto ai ricordi del proprio passato, mentre la circolarità, la ripetizione e gli schemi “a petalo” sono gli elementi chiave che permettono alla forma di mutare secondo le variazioni musicali. La rosa torna come simbolo anche nella dedica: lo spettacolo è un omaggio alle donne della resistenza Rosa Bonheur, Rosa Luxemburg, Rosa Parks, e Rosa, l’attivista quindicenne inghiottita dalle acque del fiume Ourthe durante le inondazioni avvenute in Belgio nel 2021 a causa del cambiamento climatico.

Quando si cita la circolarità e lo schema a petalo per indicare un dettaglio non indifferente della coreografia, si può appena comprendere il fascino di una serie di movimenti geometrici, in parte misteriosamente matematici, che sono stati messi in scena al Romano.

Si legge ancora nel programma di sala:

Da Fase, Four Movements to the Music of Steve Reich degli esordi ai più recenti Bartók / Beethoven / Schönberg, Partita n. 2 di Bach o Vortex Temporum di Grisey, un vasto corpus di lavori della De Keersmaeker utilizza strutture musicali e composizioni di epoche diverse per una opera coreografica che attinge anche ai principi formali dalla geometria, agli schemi matematici, al mondo naturale e alle strutture sociali, offrendo una prospettiva unica sul movimento del corpo nel tempo e nello spazio”.

Voglia di “Circo”, il mistero della danza e la grande fuga

Il pubblico spoletino, non particolarmente incline a lavori pensosi e decisamente più orientato, a quanto pare, alle performance atletiche del balletto solista e poco più, stenta ormai da anni, a comprendere i lavori corali di molte compagnie che esulano dal “Circo” individuale di qualche ballerino o ballerina noto ai più.

Non è una novità che gli spettacoli da sempre più affollati a Spoleto negli ultimi anni sono stati i Galà di danza in nome e per conto di questo o quella star del momento. Una abitudine che se fosse la regola fissa del Festival avrebbe impedito nel corso delle 65 edizioni di veder danzare e sbocciare (tanto per rimanere nel tema della Rosa) i migliori ballerini e le più blasonate compagnie di danza europee e internazionali. Da noi è passato davvero quasi tutto il mondo della danza contemporanea e questo non dovremmo dimenticarcelo.

Un peccato dunque che Mystery Sonatas, almeno nella sua prima al Teatro Romano (7 luglio) non sia stata accolta con l’entusiasmo che ci si sarebbe aspettato per un importante lavoro di ricerca corale e con la musica suonata dal vivo.

Per la cronaca, il balletto si è interrotto a circa 20 minuti dalla fine a causa della pioggia (solo poche gocce per la verità che non avrebbero impedito la prosecuzione), che come nei film comici è stata la scusa per far alzare il pubblico velocemente ed infilare di grande fretta le vie d’uscita. A nostra memoria ricordiamo i tecnici del Romano asciugare con stracci, scope e ventilatori, il linoleum per far riprendere prima possibile un balletto interrotto da veri e propri temporali e non due gocce.

Una scenetta da avanspettacolo, la grande fuga, che non ha fatto onore alla platea spoletina.

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