Forse è già polemica fra lo Spoleto Festival e Umbria Jazz. Poco fa il direttore artistico della manifestazione perugina Carlo Pagnotta (nella foto) ha reso nota una lettera inviata all’norevole Giampiero Bocci – definito nel documento “coordinatore dei parlamentari umbri” (?) – chiedendo che il Governo, o meglio il Ministro Rutelli si impegni nello stesso modo in cui ha fatto per il bene del Festival di Spoleto.
“Non pensa” scrive Pagnotta “che anche U.J. meriti un’attenzione uguale al fine di non lasciare la Regione sola davanti ad un futuro che ha basi incerte?”. Una frase che fa intendere un evidente disagio, fin qui celato, di quella che è la terza manifestazione jazzistica mondiale.
A Spoleto nessuno, almeno per ora, se la sente di commentare la lettera di Pagnotta. Anche se, a microfoni spenti, alcuni non si stupiscono dell’iniziativa. “E’ un modo per alzare il prezzo” dice un politico diessino “d’altra parte c’era da immaginarselo, se è vero che si starebbe cercando di convincere Umbria Jazz a posticipare la data di inizio per non sovrapporla a quella del Festival”.
Sembra infatti che il festival, per quanto ha potuto appurare TO®, potrebbe inaugurare la 51.ma edizione domenica 29 giugno e concludere il 13 luglio successivo. Un po’ come vuole tradizione. Ma anche U.J. al momento non vorrebbere perdere la sua (di tradizione), andando ad aprire il sipario venerdì 11 luglio.
Ecco la lettera inviata da Pagnotta all’onorevole Giampiero Bocci:
“Caro Onorevole, le scrivo in quanto coordinatore dei parlamentari Umbri. Ho apprezzato il suo impegno, insieme a numerosi suoi colleghi, per assicurare un futuro al Festival di Spoleto e, come umbro, ho avuto piacere per l’esito positivo del suo lavoro. L’Umbria potrà così continuare ad avere un importante punto di forza che la nostra regione produce nel campo della cultura e dello spettacolo. Da anni sento ripetere ovunque che l’effetto derivato dai grandi eventi culturali ha un effetto di forte impatto sull’economia della nostra terra. Nel bilancio non c’è solo il tornaconto di ristoranti, alberghi, esercizi commerciali in genere, c’è l’immagine dell’Umbria positiva. Ora che il Festival di Spoleto ha un nuovo assetto mi permetta, come la mettiamo con Umbria Jazz? Non pensa che anche questa manifestazione meriti un’attenzione almeno pari a quella profusa per il Festival di Spoleto non lasciando la Regione da sola davanti ad un futuro che ha basi incerte? Umbria Jazz è oggi uno degli eventi più importanti in Italia. Il New York Times considera Umbria Jazz uno dei tre festival jazz più popolari del mondo. Questa manifestazione ha portato il jazz italiano in giro per il mondo facendosi apprezzare a New York come a Melbourne, a Buenos Aires come alle favelas di Rio de Janeiro ed ha diffuso il marchio della Regione Umbra. Ogni anno trecentomila (quattrocentomila?) visitatori arrivano a Perugia per i nostri grandi concerti oltre ai cento concerti gratuiti che offriamo alla città. Leggo che si calcola un indotto di circa diciotto milioni. C’è una esposizione mediatica internazionale e tutto ciò produce un effetto permanente sulla nostra Regione che si traduce in flussi turistici costanti. Questo patrimonio, sottolineo patrimonio, accumulato in trentacinque anni rischia di non avere futuro. Credo che sia arrivato il momento che i parlamentari umbri, attraverso la sua persona, sappiano interpretare questo mio appello. E’ arrivato il momento che il Governo sappia ascoltare il nostro disagio attuale e concordare una soluzione. Per questo motivo le chiedo di promuovere urgentemente un incontro con il Ministro Rutelli per avere le stesse opportunità assicurate ad un’altra Istituzione come il Festival di Spoleto. La ringrazio. Carlo Pagnotta”
(Carlo Ceraso)