Caro direttore,
tutto si può dire della nuova direzione del Festival di Spoleto, fuorché non sia scaltra. Spettacoli teatrali a tutta birra, due omaggi a Gian Carlo Menotti e la resurrezione dei Concerti di Mezzogiorno (a mezzogiorno, poi). La notte porta consiglio, evidentemente. Cosa volete di più? Intanto, il “concerto inaugurale” menottiano – sorta di aperitivo al Gianni Schicchi di due ore dopo, ove si daranno convegno gli appassionati di una mondanità davvero spicciola – ha il sapore cinico ed amaro di una genuflessione obbligata (da chi, per curiosità?). E a proposito di Gianni Schicchi, che durerà sì e no 50’: non le sembra un po’ poco, per un festival internazionale? Ce lo dirà probabilmente il prezzo dei biglietti. Dei Concerti di Mezzogiorno, che dire? E’ senz’altro lodevole l’idea di dare uno spazio in appalto alla Scuola di Musica di Fiesole, ma non illudiamoci di poter scoprire i Yo-Yo Ma o le Jessye Norman di domani. Anche qui, sembra di percepire il lontano scricchiolio artritico di una genuflessione. Gershwin in Piazza? Diamine, perché NO? Solo che Wayne Marshall ha già percorso l’Italia in lungo e in largo come prestidigitatore gershwiniano. Mancava solo l’Umbria. Ma non diciamo altro: è un buon amico, che avevamo invitato a Perugia nel 1996. Per il resto, chapeau. Tranne – ci scusi la pedanteria – per il manifesto tratteggiato da Robert Wilson. Un po' troppo “essenziale”, come le sue regie. Cordialmente, ars
(mail firmata)
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