Chissà se ancora ci ricordiamo che oggi è il compleanno di Gian Carlo Menotti. Il fondatore del Festival dei Due Mondi era nato il 7 luglio 1911 a Cadegliano Viconago. E a Spoleto il 7 luglio c’era sempre stata una festa o un concerto, un appuntamento o una torta da tagliare, anche dopo la scomparsa avvenuta nel 2007, che fosse di omaggio per colui che nel lontano 1958 pensò che questo piccolo borgo umbro potesse essere luogo di incontro di tutte le arti, unite.
Un Festival da proporre a tutta la ricca nobiltà industriale e non d’oltre Oceano, che creasse quel ponte culturale con l’America che in Italia era sempre mancato. Abbiamo cercato di capire se il M° Menotti in qualche modo è stato o verrà festeggiato prima che passi la mezzanotte di oggi, nel corso di Spoleto58, ma non ci è parso di vedere traccia di appuntamenti dedicati esclusivamente a lui, seppure a quanto è dato sapere, il Concerto di Mezzogiorno di oggi e quello al Chiostro di San Nicolò di stasera sono intitolati al Maestro. Ed è così la prima volta che questo fatto accade.
Dal famoso cambio di gestione del 2008, anno in cui il Festival passò nelle mani di Giorgio Ferrara, per volere dell’allora Ministro Rutelli e d’accordo con i vertici politici locali e regionali, la tradizione, seppure in tono minore, di ricordare il fondatore con un appuntamento, era rimasta intatta. Rimuovere un ruolo fondativo è decisamente strano. Per quanto con forza, nel corso di questi ultimi anni, Ferrara abbia più volte dimostrato, anche con motivato orgoglio personale, di voler andare per la sua strada senza debiti di memoria nei confronti delle annate precedenti, ignorare chi ha creato tutto questo sembra una operazione davvero spericolata.
Festeggiare un compleanno, oltretutto, non toglie la “scena”, meriti o demeriti che siano a nessuno di coloro che lavorano alacremente per proseguire la tradizione festivaliera. Ciò che è sempre stato un valore aggiunto diventa cosi un episodio superfluo di cui si può fare a meno. Ed è un vero peccato perchè comunque quella vita ha consegnato a questo piccolo borgo, fino al 1958 sconosciuto ai più, una nuova vita ed una nuova prospettiva.
Almeno questo non dovremmo dimenticarlo.
Foto: Archivio storico del Festival di Mariano e Rosella De Furia