Dopo qualche fibrillazione e confermando le intenzioni espresse nei giorni scorsi, la Fondazione Festival dei Due Mondi di Spoleto ha varato anche il secondo weekend di spettacoli per la 63^ edizione della kermesse, sotto il segno di Covid-19.
Una risposta chiara e puntuale anche nei confronti della città e dei lavoratori del Festival che avevano lanciato in due occasioni distinte il loro “grido” di allarme per una situazione lavorativa, oggettivamente molto difficile.
La città potrà quindi avere dal 20 al 30 di agosto uno spazio internazionale che ha in se tutte le caratteristiche della manifestazione menottiana e che, con il rispetto delle regole dovute alla pandemia da Coronavirus, si rende disponibile ad ospitare ancora una volta turisti e spettatori interessati al programma.
Il direttore artistico, al suo ultimo anno di gestione, Giorgio Ferrara presenta dunque gli spettacoli per un secondo weekend che non lascerà delusi gli amanti di Spoleto e del Festival.
La notizia arriva al termine del CdA della Fondazione, svoltosi nel pomeriggio di ieri, 28 maggio, in video conferenza.
Come detto dunque, otto i giorni di programmazione (20-23 e 27-30 agosto 2020) e altrettanti gli spettacoli che si terranno al Teatro Romano e a Piazza Duomo, per una capienza massima, rispettivamente, di 250 e 400 posti. Capienza aumentata rispetto ai protocolli di sicurezza iniziali, segno dunque che le condizioni per una ripartenza da una base soddisfacente, ci sono tutte.
La prima del 63° Festival dei Due Mondi si terrà giovedì 20 agosto (ore 21.30) in Piazza Duomo, con ORFEO di Claudio Monteverdi e l’Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone. Regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi.
Venerdì 21 agosto al Teatro Romano (ore 21.30) è in programma lo spettacolo-concerto I MESSAGGERI per la regia di Emma Dante. Canti e musica dei Fratelli Mancuso.
Sabato 22 agosto in Piazza Duomo spazio al teatro musicale di Silvia Colasanti con ARIANNA, FEDRA, DIDONE, tre monodrammi per Attrice, Coro femminile e Orchestra su testo tratto dalle Epistulae Heroidum di Ovidio. L’Orchestra Giovanile Italiana sarà diretta da Roberto Abbado, mentre l’International Opera Choir sarà affidato al maestro Gea Garatti.
Il primo weekend si concluderà domenica 23 agosto al Teatro Romano (ore 21.30) con il concerto della giovane pianista Beatrice Rana, Premio Abbiati come miglior solista nel 2016.
Giovedì 27 agosto, sempre al Teatro Romano con inizio previsto alle ore 21.30, si terrà MARIA CALLAS. LETTERE E MEMORIE con Monica Bellucci. Testi e regia di Tom Volf.
Venerdì 28 agosto in Piazza Duomo (ore 21.30) la Fondazione Carlo Felice di Genova presenta il concerto in forma scenica LE CREATURE DI PROMETEO | LE CREATURE DI CAPUCCI (musica di Ludwig van Beethoven e costumi originali di Roberto Capucci), con l’Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova diretta da Andrea Battistoni.
Sabato 29 agosto al Teatro Romano (ore 21.30) Luca Zingaretti legge LA SIRENA, dal racconto Lighea di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Come annunciato il concerto di chiusura del 63° Festival dei Due Mondi, in programma domenica 30 agosto, sarà affidato a Riccardo Muti che, in Piazza Duomo, dirigerà l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini.
Già all’annuncio del programma di Spoleto63 lo scorso 22 marzo molta curiosità e attesa aveva suscitato la presentazione dell’opera inaugurale da tenersi in Piazza Duomo, l’Orfeo di Claudio Monteverdi, al posto della tradizionale prima al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti. Si può dire che il “virus” ci ha messo lo zampino, ma questa volta per confermare uno spettacolo che ha suscitato, anche tra gli addetti ai lavori, notevole curiosità e che il paventato annullamento dell’intera manifestazione a causa della pandemia rischiava di far sparire del tutto.
Confermati anche lo spettacolo di Emma Dante, una rassicurante presenza teatrale a Spoleto e il teatro musicale scritto da Silvia Colasanti, vera protagonista delle ultime edizioni del Festival. Attesa anche per il reading di Luca Zingaretti.
Dunque Spoleto, e il Festival, mantengono la promessa di fare il possibile per lanciare un segnale di speranza e di ottimismo, dopo la chiusura totale del paese. In una regione dove altre manifestazioni, alcune di grande importanza, hanno ritenuto di dover annullare i loro programmi (legittimamente per carità), questo è senza dubbio il gesto più promettente e costruttivo che si potesse fare, oltre le indiscutibili difficoltà causate dalla crisi pandemica.