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Festival 2Mondi, al Romano le novità della danza contemporanea del Mark Morris Dance Group

Redazione

Festival 2Mondi, al Romano le novità della danza contemporanea del Mark Morris Dance Group

Dom, 07/07/2013 - 13:52

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Carlo Vantaggioli

Ormai Spoleto56 si è abituata al ritorno del pubblico numeroso ed anche ieri sera (6 luglio ndr.) al Teatro Romano, per la seconda rappresentazione del Mark Morris Dance Group, non è mancata la partecipazione di tanti appassionati del genere e non, che hanno riempito quasi tutti i settori disponibili. La composizione del pubblico al Festival, si sa, è sempre eterogenea. Intenditori, abituè, ma anche tanti semplici spettatori, magari con il biglietto omaggio, qualcuno più semplice degli altri, che forse affascinato ai numeri da circo o ai balletti televisivi di Amici, ha manifestato una certa “noia” per lo spettacolo del MMDG.
In realtà non compete a nessuno, tanto meno ai giornalisti, fare la difesa d'ufficio di un gruppo che sa difendersi benissimo da solo (basta leggere l'impressionante curriculum della compagnia e di Mark Morris sul programma di sala- clicca qui ).
E' un fatto però che nel programma eseguito al Festival dei Due Mondi, gli aspetti di novità, che superano anche il gusto personale, ci sono e sono degni di considerazione.
Il primo tra tutti, dopo tanti anni a Spoleto, la musica eseguita dal vivo sul palcoscenico. In se non una novità assoluta nel genere, ma che nel programma eseguito a Spoleto56 ha consentito di apprezzare la pulizia cristallina dell'esecuzione danzata con quella suonata, senza che ci si potesse distrarre sull'una o sull'altra.

L' Ensemble musicale del MMDG, appositamente ridotto e composto da Owen Dalby-violino, Colin Fowler- pianoforte e Andrew Janss-violoncello, ha permesso di non pensare solo alla coreografia come gesto eclatante del corpo che disegna linee e movimenti sopra al palcoscenico, occupando tutto lo spazio possibile, ma ad un ambiente racchiuso, intimo, fatto di piccole sfumature, incluso il battere dei piedi sul linoleum, o alzare un dito al cielo, con sincronia quasi unica con il tempo musicale. E' vero che l'abitudine ad un genere contemporaneo della danza, qui al Romano è rimasta spiazzata, e si può anche comprendere l'ingenuità di dire “E' stata una noia”, ma tale è.

Il pregio di una coreografia come quella di Mark Morris è esattamente quello di consentire un passo indietro e tornare al valore di quella rivoluzione che modificò la routine delle grandi produzioni classiche che puntavano tutto sulle forti individualità. O si capisce che il divismo, nella danza contemporanea, è più frutto dell'esaltazione mediatica (vedi Amici) oppure non si va molto oltre un passo a due tra grandi mattatori ad un Galà, genere che non amiamo molto proprio per questo. Quello del MMDG è un gruppo, e come tale consente solo l'espressione di un collettivo che pulsa all'unisono sul tema disegnato da Morris e suonato da un Ensemble che potrebbe eseguire la stessa musica in una stanza di 20mq.
E invece lo spettacolo di ieri è stato di una lucidità e di una fattura così elegante che alla fine anche la lunghezza del programma stesso, rispetto agli standard da una oretta a cui ci eravamo abituati, non è sembrata nulla in confronto. Elegante e limpido nella sua prospettiva coreografica The Argument, con le musiche di Robert Schumann, dove i passi a due di tre coppie di ballerini si intersecano nei sei movimenti schumaniani, con una tale leggerezza e con una chiarezza che discuterne oltre sarebbe impervio.
Dove però si è capito il gusto e la forza espressiva di Mark Morris è in Candleflowerdance con la musica di Igor Stravinsky e in Excursions con la musica di Samuel Barber (ricordiamo legato artisticamente agli esordi del M° Gian Carlo Menotti ndr.).
In queste due fantastiche esecuzioni, Morris chiude i ballerini in una sorta di recinto immaginario in cui i passi di danza si rompono e destrutturano, e riprendono forza, vigore e bellezza, solo quando gli uni aiutano gli altri, in un continuo uscire ed entrare nell'immaginario microcosmo disegnato solo da 4 pezzi di nastro adesivo sul palcoscenico. In quel quadrato della vita si cade e ci si rialza in un gesto fisico, non muscolare, ma di una tale bellezza che commuove ogni volta accade, con partecipazione emotiva anche tra il pubblico.
Niente voli, e niente salti iperbolici o ballerini o ballerine, sculture greche neoclassiche. Nessun costume invadente o mossetta furbetta, nessuna scena su cui appoggiarsi. Solo la vita espressa in movimenti e musica.
L'essenziale reso linfa vitale per un pubblico che alla fine applaude, chi convinto e chi no, con l'aggravante per questi ultimi della abitudine a mentire a se stessi prima che agli altri. Una doppia morale che il Mark Morris Dance Group e il suo Ensemble a Spoleto, pare non sappiano cosa sia.

Repliche: oggi 7 luglio alle 21,15

MARK MORRIS DANCE GROUP
Chelsea Lynn Acree, Sam Black, Rita Donahue, Benjamin Freedman*, Lesley Garrison, Lauren Grant, Brian Lawson, Aaron Loux, Laurel Lynch, Stacy Martorana, Dallas McMurray, Amber Star Merkens, Maile Okamura, Spencer Ramirez, Brandon Randolph*, Billy Smith, Noah Vinson, Nicholas Wagner*, Jenn Weddel, Michelle Yard
*apprendista

Riproduzione riservata

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