Ruotano intorno a due alberi le storie narrate da Ferruccio Parazzoli nel suo ultimo romando, “La colomba sul pino e la vecchia sotto il fico”. Del resto, da sempre le piante esercitano una profondissima fascinazione sull’attività creativa degli scrittori. E per molti di loro, oggi. è solo guardando all’intelligenza del mondo vegetale, alle sue straordinarie qualità sistemiche, che il genere umano potrà comprendere come il rispetto della natura altro non sia che il rispetto verso sé stessi. Libri inseriti nella collana “Il bosco degli scrittori”, delle Edizioni Aboca, dedicate all’editoria scientifica, storica e di pregio, il cui leitmotiv si incentra sulla presenza di un albero, di cui ne vengono esaltate qualità e caratteristiche e su cui si intrecciano storie, relazioni, aneddoti, curiosità.
In questo suo nuovo libro, Ferruccio Parazzoli, scrittore tra i più importanti della nostra letteratura, si muove fra memoria e invenzione e regala due storie di grande suggestione e finezza. Il primo racconto narra la vicenda di un ragazzo, uscito dal quinto anno di liceo, che si è improvvisato cameriere per una stagione. Una decisione affrettata per uno come lui che, un giorno, se ne va all’improvviso per inoltrarsi tra i boschi liguri. Non aveva mai passato una notte sotto un albero ma si sentiva pronto a farlo. Dopo essere entrato nella pineta, viene però sorpreso da uno zoppo, lo Zio, che gli intima di non fermarsi lì e lo conduce dal Cacciatore, un uomo carico di malinconia, che gli racconterà la leggenda della Maciucia e del Grande Pino.
Il secondo racconto di questo volume prende le mosse dalla voce tenera e appassionata di Olga, decisa a fare di tutto pur di non lasciare che il grande fico con cui lei è cresciuta, e che ora intralcia i lavori di ristrutturazione del suo padrone di casa, venga abbattuto. Lui, compagno fedele e silente, attento ascoltatore delle storie che Olga gli racconta ogni giorno, le storie che giravano sui ballatoi, ma anche quella della propria famiglia di ebrei poveri, nel tentativo quotidiano di superare un dolore che le resterà attaccato tutta la vita…
Due racconti sospesi nel tempo accomunati dal fatto che in ciascuno si celebra il potere salvifico delle storie, dove la verità non è sempre vera e la realtà può essere diversa dal reale. Del resto, come dice Olga: “ogni storia è bella da raccontare, quando tutto è passato. Resta il mistero, come la vita è un mistero. Sono belli i misteri…”.