Il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia e Stefano Pastorelli (Forza Italia) fanno mancare il numero legale e salta l’approvazione del disegno di legge sulla protezione civile presentato dalla Giunta Tesei. È quanto avvenuto nella seduta odierna dell’assemblea legislativa regionale, con l’atto destinato ora a tornare in aula non prima di settembre. Un segnale politico significativo nella maggioranza, tanto più che ad assistere ai lavori del consiglio regionale c’era il sottosegretario Emanuele Prisco. Ad uscire dall’aula anche la consigliera regionale attualmente in quota FdI Paola Agabiti, che è anche assessore regionale.
È invece rimasto in aula l’altro assessore-consigliere, il vicepresidente della Giunta regionale Roberto Morroni (Forza Italia), al fianco dei consiglieri della Lega e della governatrice Donatella Tesei e dell’esponente di Patto Civico Andrea Fora. La spaccatura nella maggioranza – che arriva dopo che pochi giorni fa la Lega non aveva votato le modifiche alla legge sulla polizia locale, con l’atto che quindi era stato respinto – è stata prontamente colta dagli esponenti delle opposizioni che sono prontamente usciti.
Al momento del voto, erano dunque presenti solo 9 consiglieri (Mancini, Puletti, Castellari, Rondini, Fioroni, Carissimi-Lega e la presidente della Giunta Tesei, l’assessore Morroni-FI e Fora (Patto civico). Niente numero legale e l’approvazione dell’atto, particolarmente atteso dal mondo associazionistico legato alla protezione civile, slitta a fra più di un mese. E’ infatti prevista la sua calendarizzazione per il 10 settembre.
A presentare l’atto per la maggioranza è stato Valerio Mancini (Lega), ricordando che “sull’atto la Commissione ha svolto due audizioni con i principali portatori di interessi ed altri soggetti interessati alla materia, oltre che con l’assessore Melasecche, tecnici e dirigenti dell’assessorato regionale. In particolare, sono stati ascoltati rappresentanti dei Vigili del Fuoco, delle organizzazioni di volontariato del territorio maggiormente attive ed inserite nel sistema regionale, tra cui il comitato regionale della Croce rossa italiana, Anpas Comitato regionale Umbria, il coordinamento regionale delle Misericordie dell’Umbria. Esaminati e parzialmente accolti alcuni suggerimenti emersi nel corso delle audizioni, oltre a quelli di Cal e Anci”.
“Il disegno di legge – ha aggiunto Mancini – va a sostituirsi alla normativa regionale vigente in tema di protezione civile, gestione delle emergenze ed incendi boschivi, abrogando le norme vigenti corrispondenti. Con la nuova disciplina vengono istituiti tre fondi regionali dedicati al funzionamento del sistema regionale di protezione civile, alla gestione delle emergenze di ampiezza regionale e per la lotta e prevenzione degli incendi boschivi. A gennaio del 2018 è stato approvato il D.lgs. n. 1/2018, vale a dire il Codice della Protezione Civile’ che per la prima volta definisce, in modo puntuale, ruoli e responsabilità delle istituzioni che compongono il servizio nazionale di protezione civile, come per il Presidente della Regione che diventa Autorità Territoriale di Protezione Civile. Tra le principali responsabilità: la promozione, l’attuazione e del coordinamento delle attività esercitate dalle strutture organizzative di propria competenza; la destinazione delle risorse finanziarie finalizzate allo svolgimento delle attività di protezione civile, in coerenza con le esigenze di effettività delle funzioni da esercitare, come disciplinate nella pianificazione; l’articolazione delle strutture organizzative preposte all’esercizio delle funzioni di protezione civile e l’attribuzione, alle medesime strutture, di personale adeguato e munito di specifiche professionalità, anche con riferimento alle attività di presidio delle sale operative, della rete dei centri funzionali nonché allo svolgimento delle attività dei presidi territoriali; la disciplina di procedure e modalità di organizzazione dell’azione amministrativa delle strutture e degli enti afferenti alle rispettive amministrazioni, peculiari e semplificate al fine di assicurarne la prontezza operativa e di risposta in occasione o in vista degli eventi. Quella che siamo chiamati ad approvare è una normativa nuova, rispondente alle attuali esigenze conseguenti all’approvazione del nuovo codice del 2018”.
E’ stata poi la volta di Michele Bettarelli (Pd-relatore di minoranza), che ha appunto osservato la spaccatura di maggioranza: “È stato svolto un lavoro importante con ampi contributi diretti e in forma scritta dai molteplici soggetti interessati alla materia, proposte e sollecitazioni che sono state poi, per lo più, accolte nella legge. Si è trattato di un lavoro lungo, testimoniato anche dal fatto che già nel novembre 2022 presentai una mozione in tal senso poi rinviata in Commissione riguardante proprio l’aggiornamento del sistema di protezione civile. In Commissione abbiamo dimostrato collaborazione, astenendoci poi sul voto finale. Non sono stati purtroppo accolti alcuni altri suggerimenti da parte delle Associazioni per i quali auspichiamo tuttavia accoglimento al momento della predisposizione dei decreti attuativi. Noto però che, seppure è in discussione un provvedimento legislativo importante e atteso da tempo, in Aula mancano molti consiglieri, sia di minoranza che di maggioranza, di quest’ultimi sono presenti soltanto quelli del Gruppo Lega, tra cui la presidente della Giunta, Tesei ed il vice presidente Morroni di Forza Italia. In questo momento la maggioranza non ha i numeri per garantire il numero legale e quindi il voto sull’atto”.
Da qui la decisione degli esponenti di opposizione di abbandonare ancora loro l’aula, facendo così mancare il numero legale.
Gli stessi consiglieri Michele Bettarelli, Simona Meloni, Tommaso Bori e Fabio Paparelli (Pd), Thomas De Luca (M5S), Donatella Porzi e Vincenzo Bianconi (Misto) hanno poi prontamente diramato una nota su quanto accaduto: “Naufraga sulle divisioni del centrodestra, ormai agonizzante, anche la legge che doveva andare a disciplinare il sistema regionale di Protezione civile. Il centrodestra infatti si è spaccato, con i consiglieri di Fratelli d’Italia e il capogruppo di Forza Italia che hanno lasciato la seduta, lasciando di fatto la Lega senza il numero legale. Uno spettacolo indecoroso e un fatto grave, che fa il paio con quanto avvenuto neanche una settimana fa, con l’impallinamento, a parti invertite, della Legge sulla Polizia locale. Vendette incrociate che penalizzano il Consiglio regionale e che rendono l’idea dello stato di salute del centrodestra”.
“Questo triste epilogo è quanto di più naturale per una maggioranza arrogante, sorda e fintamente autosufficiente – proseguono i consiglieri regionali di minoranza – che anche oggi, in sede di assestamento di bilancio, ha scelto di bocciare tutti gli otto emendamenti e i 14 ordini del giorno presentati della minoranza. La destra è ormai prigioniera di tatticismi e personalismi che la stanno gettando in un baratro in cui la priorità appare quella di non concedere bandierine da spendere in campagna elettorale ‘all’alleato – avversario’, piuttosto che adempiere alle proprie responsabilità di governo, assegnate nel 2019 dagli elettori. Il Consiglio regionale – concludono – tornerà a riunirsi il 10 settembre, con l’auspicio che le ferie restituiscano al centrodestra la lucidità necessaria per concludere almeno con dignità questa legislatura”.
Per quanto riguarda il disegno di legge che tornerà appunto in aula a settembre, l’atto legislativo è stato predisposto nel rispetto dei principi del Codice (Norma nazionale concorrente) ed è articolato in 32 articoli raggruppati in 7 Capi; si prefigge lo scopo di garantire l’espletamento di un servizio pubblico permanente rivolto alla collettività, inserito nella realtà regionale umbra.
Nel Capo I viene normata l’organizzazione e il funzionamento del sistema di protezione civile sul territorio regionale con riferimento alla legislazione nazionale prevedendo che i cittadini, le istituzioni e i corpi e le strutture pubbliche e private ad ogni livello vengano impegnati e coinvolti nel perseguimento degli obiettivi della salvaguardia dell’integrità fisica, della vita dei beni, degli insediamenti e dell’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da eventi calamitosi di origine naturale o derivanti dall’attività dell’uomo.
Il Capo II è organizzato in nove articoli, si occupa di individuare e disciplinare le Attività di protezione civile, le componenti del Sistema regionale di protezione civile, il Comitato Consultivo Regionale permanente (CCR), il Comitato Operativo Regionale (COR), gli Ambiti territoriali e organizzativi ottimali, introdotti dal Codice, il Piano di protezione civile regionale, gli indirizzi per i piani di protezione civile ai diversi livelli (provinciale, di Ambito ottimale e comunale).
Il Capo III, organizzato in due articoli si occupa, nel rispetto dei principi individuati dal Codice, di articolare nel dettaglio l’organizzazione del Sistema Regionale di protezione civile, partendo dalla definizione della Struttura regionale di protezione civile per poi proseguire con l’individuazione delle Strutture operative regionali.
Il Capo IV, suddiviso in quattro articoli, tratta specificatamente il rischio incendi boschivi nelle distinte attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi. Tale rischio, inserito precedentemente nella legge regionale 28/2001 (Testo unico regionale per le foreste) vien inserito in questa nuova legge, in accordo con la Struttura regionale attualmente competente in materia di incendi boschivi. Tutti gli oneri economici relativi alle attività previste dal presente Capo, sono già sostenuti dalla Regione in virtù delle normative previgenti.
Il Capo V, suddiviso in sei articoli, si occupa della gestione delle emergenze di rilievo regionale e autorizza la partecipazione della Regione ad interventi nazionali ed internazionali; introduce elementi innovativi di riorganizzazione previsti dal Codice.
Il Capo VI si articola in quattro articoli, è dedicato ai temi della partecipazione del volontariato organizzato alle attività del Sistema regionale di protezione civile. Si provvede, inoltre, alla complessiva disciplina volta alla promozione e al sostegno dell’azione del volontariato organizzato operante nel settore della protezione civile assicurando l’aggiornamento e la sistematizzazione delle disposizioni finalizzate a promuoverne l’addestramento e la formazione, nonché a favorirne l’integrazione in tutte le attività di protezione civile, andando ad includere tutta la normativa regionale in materia.
Il Capo VI inoltre norma l’organizzazione, le modalità di partecipazione e la composizione dei coordinamenti territoriali vista la definizione degli ambiti territoriali. Si normano, infine, le modalità di partecipazione alla colonna mobile regionale e la definizione del Comitato regionale del volontariato di protezione civile quale organo consultivo della struttura regionale competente in materia.
Il Capo VII raccoglie misure e strumenti organizzativi e finanziari volti alla realizzazione delle attività di protezione civile. Il Codice disciplina gli strumenti nazionali di finanziamento per l’esercizio delle funzioni di protezione civile articolati nel Fondo nazionale di protezione civile, nel Fondo per le emergenze nazionali e nel Fondo regionale di protezione civile. Per quanto riguarda il finanziamento delle spese urgenti per le attività di soccorso, superamento dell’emergenza, interventi urgenti, nonché per favorire il ritorno alle normali condizioni di vita nelle aree colpite dagli eventi calamitosi, viene previsto nel limite delle risorse disponibili a bilancio. Infine vengono richiamati gli aspetti organizzativi e in modo particolare dell’orario di lavoro. Il presente Capo, inoltre, raccoglie le abrogazioni delle precedenti norme regionali in materia. Viene istituito nel bilancio regionale il Fondo regionale per le spese di funzionamento della protezione civile, il Fondo regionale per prevenzione ed estinzione degli incendi boschivi ed il Fondo regionale per le emergenze. Per il finanziamento dei tre fondi le risorse già a disposizione in base alla normativa vigente vengono integrate con quelle appositamente accantonate dal Bilancio di previsione 2024-2026 nel Fondo speciale per far fronte agli oneri dipendenti da provvedimenti legislativi in corso di approvazione pari a 500mila euro per le spese correnti e 200mila euro per le spese in conto capitale.
(ultimo aggiornamento alle ore 20)