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Favori concessi e revocati alla parente di un assessore

Il consigliere regionale Andrea Lignani Marchesani (Pdl) ha presentato un’interrogazione alla Giunta per sapere “per quali motivazioni di natura giuridica e politica la richiesta di contributo finalizzata allo sviluppo e rinnovamento dei villaggi e alla valorizzazione del paesaggio rurale, per la quale figurerebbe in posizione utile all’erogazione di una somma di oltre 80mila euro la sorella dell’assessore all’agricoltura, sia effettivamente venuta meno”. Lignani parte dalla premessa che “sono emerse notizie di stampa riguardanti la graduatoria provvisoria relativa alla ‘Misura 3.2.2, Asse 3 del Programma di sviluppo rurale per l’Umbria 2007-2013’ (pubblicata nel supplemento ordinario numero 3 al Bur serie generale numero 41/2011), una misura – spiega – che erogherà contributi agricoli finalizzati allo sviluppo e rinnovamento dei villaggi e alla valorizzazione del paesaggio rurale” e che “ampio risalto è stato dato al fatto che in detta graduatoria provvisoria la sorella dell’assessore all’Agricoltura figurerebbe in una posizione utile all’erogazione di una somma di oltre 80mila euro”. “A prescindere dal rispetto delle norme e della trasparenza del bando, si riscontra – secondo Lignani – un evidente deficit di opportunità, visto l’evidente conflitto di interesse che comporta, per chi ricopre cariche pubbliche e per i propri parenti stretti, l’obbligo morale, quando non giuridico, di evitare la partecipazione a determinate possibilità di finanziamento. Il rispetto della vita privata dei singoli – aggiunge – trova un limite con l’assunzione di cariche pubbliche e che una simile vicenda, in altre Nazioni occidentali, avrebbe comportato le immediate dimissioni da cariche pubbliche dei soggetti coinvolti. Inoltre, il risalto nazionale dato a questa situazione ha evidentemente danneggiato l’immagine della Regione Umbria”. Infine “l’assessore all’Agricoltura – afferma Lignani – ha tra l’altro dichiarato che ci sarebbe un deficit di documentazione della pratica in questione, con conseguente decadenza dal diritto al finanziamento”.