Avrebbe registrato falsi tamponi Covid positivi in cambio di soldi o come favore a familiari (almeno 9 in tutto) per far loro ottenere il green pass da guariti senza essere vaccinati. Per questo il collaboratore di una farmacia di Foligno è stato arrestato sabato mattina.
Per l’uomo – che non sarebbe un farmacista ma un altro professionista dell’ambito medico, assunto temporaneamente per l’effettuazione dei tamponi – il gip del tribunale di Spoleto ha disposto gli arresti domiciliari dopo l’inchiesta portata avanti dalla locale procura e condotta dai carabinieri del Norm di Assisi e della stazione di Valfabbrica.
Proprio da Valfabbrica, infatti, è partita l’inchiesta, con i carabinieri che si sono “imbattuti” nell’informazione relativa al green pass di un cittadino ottenuta in modo illecito. Da qui, con grande professionalità e lavoro d’indagine certosino, sono risaliti al collaboratore di una farmacia di Foligno, ora accusato di corruzione e falsità in documenti informatici pubblici con efficacia probatoria.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’indagato avrebbe più volte, in cambio di modeste somme di denaro (dai 70 ai 100 euro), simulato l’accertamento della positività al Covid-19 dei corruttori o di loro familiari e di avere inviato all’autorità sanitaria regionale falsa documentazione attestante l’esito positivo del test antigenico. Nessuna delle persone sottoposte al finto test era vaccinata contro il Covid-19.
Scopo del falso referto di positività era quindi, sempre secondo l’accusa, quello di ottenere indebitamente una falsa certificazione verde (Green Pass), della durata di 9 mesi, al termine del periodo minimo di isolamento. Oltre all’arrestato, sono attualmente sottoposte a indagini 9 persone, quali corruttori e concorrenti nelle singole falsità. Sono in corso ulteriori accertamenti per chiarire i canali di comunicazione che consentivano l’incontro fra domanda e offerta corruttiva.
Totalmente estranei ai fatti i responsabili e gli altri dipendenti della farmacia. La direzione ha anzi collaborato fattivamente con la polizia giudiziaria.
“La richiesta di un corrispettivo non elevato – in questo caso dai 70 ai 100 auro a persona, per quanto fin qui accertato – può ampliare, come in ogni ipotesi di corruzione, la platea dei potenziali corruttori. Condotte quali quelle contestate agli indagati – sottoliea il procuratore capo Alessandro Cannevale – non provocano solo l’accesso di persone non vaccinate e non immunizzate a luoghi riservati ai possessori di Green Pass, ma anche l’alterazione dei dati statistici sulla base dei quali le autorità sanitarie stabiliscono la portata e la durata di misure restrittive della circolazione di tutti i cittadini”.
Le indagini, partite nel gennaio scorso e consistite in impegnative attività di controllo, verifica documentale, acquisizione di informazioni, sono state come detto condotte dai Carabinieri della Stazione di Valfabbrica e del NORM della Compagnia di Assisi.
(Ultimo aggiornamento alle 14.40)