Un maresciallo maggiore della Polizia Provinciale, su segnalazione di un abitante di Giano dell’Umbria, si è fatto carico del salvataggio di un falco pellegrino ferito da una fucilata. Il vigile, in accordo con la Comandante, ha contattato l’associazione WildUmbria che dal 2017 si occupa del recupero della fauna selvatica ferita o in difficoltà sul territorio regionale.
Una volta sottoposto a radiografia, si è constatato che il rapace era stato raggiunto da una trentina di pallini di piombo, segno evidente che era stato colpito da un’arma da caccia, che però non avrebbero raggiunto organi vitali. C’è quindi la concreta speranza di poterlo salvare.
E’ il secondo recuperato in Umbria dall’apertura della caccia, un falco pescatore è stato invece colpito nelle Marche.
Il falco pellegrino è una specie protetta diffusa in tutta Italia ed essendo rapace diurno è oggetto di tutela ai sensi dell’articolo 2 della legge 157/92. Specie tipicamente rupicola, nidifica in zone dove sono presenti pareti rocciose dalla costa alle zone interne, ma non sono rari i casi in cui nidifica all’interno delle città su torri e grattacieli. Deve il suo nome alle piume nere sul capo che assomigliano al cappuccio indossato dai pellegrini.
Grande predatore, il suo volo è agile e potente ed è considerato l’animale che può raggiungere in picchiata le più alte velocità al mondo. “Purtroppo – commenta la Consigliera provinciale con delega alla Polizia provinciale – alcuni cacciatori che infangano con il loro comportamento l’intera categoria, considerano il falco pellegrino, proprio per queste caratteristiche predatorie, un antagonista da eliminare. Ben vengano invece persone virtuose come quella che ha trovato il rapace e se ne è preso cura, allertando la Polizia provinciale”.